AUSTRIA – Il farmaco adalimumab, un anticorpo monoclonale attualmente indicato per i pazienti con artrite reumatoide (RA) o con morbo di Crohn, sembra essere efficace anche per il trattamento dell'uveite non infettiva, una malattia rara degli occhi. Questo è il dato che emerge dai risultati dello studio clinico di Fase III 'VISUAL-I', risultati che sono pubblicati di recente sulla prestigiose rivista medica New England Journal of Medicine.
L'uveite non infettiva è una malattia caratterizzata da infiammazione dell'uvea, lo strato intermedio dell'occhio. In Europa, circa 5 persone su 10.000 soffrono di una delle diverse forme di uveite. I primi sintomi della malattia sono generalmente rappresentati da visione offuscata, disturbi visivi e fotosensibilità. La condizione può esitare in gravi complicazioni, come edema maculare, glaucoma o cataratta, e condurre persino ad una totale perdita della vista.
Nello studio VISUAL I sono stati coinvolti 217 soggetti adulti con uveite non infettiva intermedia o posteriore, o con panuveite, tutti sottoposti senza successo ad una terapia con prednisone di 2 o più settimane. I pazienti sono stati randomizzati in rapporto 1:1 per ricevere adalimumab (80 mg iniziali seguiti da 40 mg ogni 2 settimane) o placebo.
In base ai risultati ottenuti, adalimumab è stato associato, rispetto al placebo, ad un minor rischio di fallimento della terapia e di complicazioni oculari quali 'flare' o disabilità visiva. In relazione alla sicurezza, nel gruppo di partecipanti sottoposti ad adalimumab è stato riscontrato un più alto tasso di eventi avversi, anche gravi.
“Per la prima volta, siamo stati in grado di dimostrare in modo prospettico che l'uveite non infettiva può essere trattata con successo anche con un farmaco privo di cortisolo. Ciò potrebbe migliorare significativamente la gestione dei pazienti con uveite che rispondono ai corticosteroidi solo in modo parziale, che hanno bisogno di ridurre questa terapia o che non sono adatti a riceverla”, ha spiegato la prof.ssa Talin Barisani-Asenbauer, della Medical University di Vienna (MedUni Vienna), uno dei principali autori dello studio.
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