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Il tumore della tiroide, una ghiandola a forma di farfalla posta nella regione anteriore del collo, è poco diffuso: si registra tuttavia che il numero dei casi sia raddoppiato negli ultimi 20 anni. E’ il sesto tipo di tumore per frequenza nelle donne, con un incidenza alla diagnosi tre volte maggiore per le donne rispetto agli uomini. Ogni anno sono diagnosticati più di 160.000 nuovi casi di tumore della tiroide e, nel mondo, circa 25.000 persone muoiono ogni anno per questa patologia.
Il 90% delle forme tumorali tiroidee è rappresentato dall’adenocarcinoma papillare e dall’adenocarcinoma follicolare. Entrambe le forme tumorali originano dalle cellule che secernono gli ormoni tiroidei e si parla genericamente di tumore differenziato della tiroide.

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Roma – Il tumore alla tiroide, seppur raro, è il tumore endocrino più frequente e riguarda circa il 5% dei noduli tiroidei, che invece sono molto comuni con una prevalenza di quasi il 50% della popolazione. Secondo l’ultimo rapporto Airtum, nel 2017 ci sono state più di 15.000 nuove diagnosi di tumore alla tiroide e si prevede che diventerà il secondo tumore più frequente nelle donne entro il 2020. Questo aumento nel numero di diagnosi, non associato a un aumento della mortalità (nel 76% dei casi si guarisce), sembra essere associato alla sempre maggiore frequenza degli screening e alla maggiore accuratezza degli esami, che permettono di scoprire i tumori di piccole dimensioni, non ancora palpabili. Questo scenario fa comprendere l’importanza di una maggiore appropriatezza delle strategie diagnostiche e terapeutiche, per evitare i rischi di sovra-trattamento.

Prof. Furio PaciniIl prof. Furio Pacini (Siena): “Nel 2020 sarà il carcinoma più frequente nelle donne dopo quello alla mammella”

SIENA – Il tumore della tiroide è quello che nel mondo aumenta più di ogni altro: si stima che nel 2020 sarà il cancro più frequente nelle donne dopo quello alla mammella. A fornirci questo dato è il prof. Furio Pacini, Ordinario di Endocrinologia presso l'Università di Siena e Direttore dell'U.O.C. di Endocrinologia dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria Senese.

“In realtà, il motivo di questo aumento è il progresso e la maggiore diffusione dei metodi diagnostici: oggi si fanno molte più ecografie. Essendo un tumore poco aggressivo e asintomatico, fino a qualche decennio fa semplicemente non veniva scoperto", spiega Pacini.

La prof.ssa Elisei (Pisa): “Gli inibitori della tirosin-chinasi, efficaci nei casi di tumori refrattari allo iodio radioattivo, determinano un blocco nella progressione del carcinoma, che diventa così una patologia cronica”

PISA – Il cancro della tiroide è raro, ma è il tumore maligno endocrino più frequente. Colpisce generalmente fra i 40 e i 50 anni, in modo prevalente le donne (nella forma papillare e follicolare): la sua incidenza è di 10-12 nuovi casi su 100mila persone l'anno. Tale incidenza è andata aumentando negli ultimi anni, verosimilmente a causa delle migliori tecniche diagnostiche. La prognosi è generalmente favorevole, soprattutto nei casi di tumori differenziati della tiroide, come ad esempio i papillari e i follicolari, che hanno tassi di sopravvivenza di circa il 95% a 40 anni.

Milano – A un anno dalla nascita, l’Italian Thyroid Cancer Observatory (ITCO), il primo osservatorio italiano sui noduli e sui tumori alla tiroide, presenta i risultati del suo lavoro con uno studio, realizzato attraverso l’analisi dai dati raccolti fin dal 2013 in pazienti con tumore tiroideo sottoposti ad intervento chirurgico. “Ne scaturisce una fotografia netta, spiega Sebastiano Filetti, internista e Preside della Facoltà di Medicina, Università Sapienza Roma, che vede il 98% dei pazienti sottoposto a rimozione totale della tiroide e solo al 2% dei soggetti viene fatta la rimozione della sola parte interessata dal tumore, confermando che la scelta di un intervento chirurgico radicale è ancora ampiamente preferita a prescindere dalla categoria di rischio del paziente”.  

Hatfield (UK) – Lenvima® (lenvatinib), una nuova opzione terapeutica destinata a pazienti affetti da carcinoma tiroideo avanzato refrattario allo iodio radioattivo (RR-DTC) è ora disponibile anche in Italia. Il carcinoma tiroideo avanzato è una patologia difficile da trattare dalla prognosi infausta: lenvatinib rappresenta quindi un progresso significativo per le persone che convivono con l'RR-DTC in Italia.

Uno studio italiano sta indagando un nuovo e interessante approccio    

Negli organismi eucarioti la crescita e la divisione cellulare sono regolate da un fine processo di duplicazioni e divisioni che prende il nome di ciclo cellulare ed è composto da passaggi specifici (profase, prometafase, metafase, anafase, telofase), preceduti da una fase di preparazione (interfase) nella quale la cellula duplica il proprio DNA. Ogni tappa del ciclo cellulare prevede il perfetto funzionamento delle proteine del sistema di controllo che si assicurano che non siano commessi errori in fase di replicazione e divisione. L'efficienza di questi complessi proteici è determinante perché se le divisioni che portano alla nuova cellula non garantiscono un corredo cromosomico corretto si produce una situazione di instabilità genomica che favorisce l'accumulo di mutazioni e, in ultima analisi, l'avvio di un processo di cancerogenesi.

Roma – I noduli tiroidei così frequenti nella popolazione italiana, soprattutto quella femminile, presentano a livello cellulare differenze che correttamente individuate determinano differenti scelte terapeutiche (chirurgica o farmacologica). Per questa ragione è di estrema importanza il risultato raggiunto da anatomopatologi ed endocrinologi di tutto il mondo, gli italiani in prima fila, nella classificazione citologica e istologica dei noduli alla tiroide al fine di identificare e distinguere i tumori meno aggressivi da quelli più aggressivi. Tale nuova classificazione della pericolosità dei noduli alla ghiandola a forma di farfalla è stato al centro del 10° Corso Multidisciplinare di Patologia e Citologia Tiroidea, svoltosi venerdì 13 e sabato 14 novembre a Roma, presso l’Aula Brasca del Policlinico universitario A. Gemelli.

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