La mucopolisaccaridosi di tipo III (MPS III), nota anche come sindrome di Sanfilippo, è un grave disordine ereditario caratterizzato da un anormale accumulo organico di eparan solfato (HS), molecola che appartiene alla classe dei glicosaminoglicani (GAG). La patologia si suddivide in 4 diverse varianti (A, B, C o D), ognuna delle quali è causata da uno specifico difetto genetico ed è contraddistinta dal deficit di uno degli enzimi che sono necessari alla degradazione dell'eparan solfato.
Il codice di esenzione della MPS III è RCG140 (afferisce al gruppo "Mucopolisaccaridosi").

Sindrome di Sanfilippo: la speranza è nella ricerca

Domani la Giornata Mondiale dedicata alla patologia. L'intervista a Katia Moletta, presidente dell'associazione Sanfilippo Fighters, e al prof. Alessandro Fraldi (CEINGE di Napoli)

Sintomi neurologici come disturbi del comportamento (ipercinesia, aggressività), deterioramento mentale e convulsioni: sono queste le principali manifestazioni della mucopolisaccaridosi di tipo III (MPS III), nota come sindrome di Sanfilippo. Questa condizione, di cui domani si celebrerà la Giornata Mondiale, fa parte del gruppo delle mucopolisaccaridosi, malattie genetiche rare da accumulo lisosomiale.

Sindrome di Sanfilippo - farmaco anakinra

L’Associazione Sanfilippo Fighters sta lavorando per presentare la domanda all’AIFA e chiama a raccolta clinici e organizzazioni che si occupano di mucopolisaccaridosi

Conosciuto con il nome commerciale di Kineret, anakinra è un farmaco antinfiammatorio utilizzato per il trattamento dell’artrite reumatoide ed altre patologie caratterizzate da forte infiammazione. Per la sua efficace attività immunosoppressiva è stato ipotizzato un suo utilizzo per il trattamento di malattie caratterizzate da neuroinfiammazione, come la sindrome di Sanfilippo, una forma di mucopolisaccaridosi.

Un documentario sulla sindrome di Sanfilippo

Per l’occasione, l’associazione italiana dei pazienti presenta il documentario "Il Sogno dei Sanfilippo Fighters"

Immaginate Alzheimer e demenza in un bambino: questa, in breve, è la sindrome di Sanfilippo, una malattia tanto grave quanto sconosciuta. Per questo motivo, il 16 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata di sensibilizzazione su questa patologia metabolica.

Congresso sulla sindrome di Sanfilippo

L’incontro ha visto anche un intervento sui “rare sibling” da parte di Osservatorio Malattie Rare

Si è concluso a Napoli il primo Congresso italiano sulla sindrome di Sanfilippo (mucopolisaccaridosi di tipo III), con due giorni di iniziative, dibattiti, attività associative e confronti tra medici. Il Congresso è iniziato con i saluti della Presidente dell’Associazione Sanfilippo Fighters, Katia Moletta: “Dobbiamo abbattere le barriere che ci dividono dai medici, dai ricercatori – ha sottolineato – acquisendo consapevolezza, competenza; e dal loro canto i clinici devono saper accogliere le nostre intuizioni, le testimonianze che portiamo anche dai genitori del mondo perché siamo tasselli dello stesso puzzle. Questo congresso è il punto di partenza per sviluppare tutto ciò: trattamenti, azioni, terapie condivise, per far vivere ai nostri figli, ai nostri ‘Fighters’, la miglior vita possibile”.

Un giorno alla volta, un’ora alla volta

Tante le testimonianze raccolte all’interno del volume, che è stato curato dall’associazione di pazienti Sanfilippo Fighters

Bruno, Giuseppe, Anita, Giada, Alessia, Raul, Daniele, Christian, Gaia e tanti altri: sono loro i piccoli protagonisti di “Un giorno alla volta, un’ora alla volta” (Editore Ricerche&Redazioni), un volume voluto dall’associazione Sanfilippo Fighters per raccontare le storie dei bambini colpiti da mucopolisaccaridosi di tipo III, nota anche come sindrome di Sanfilippo, “una malattia ereditaria con insorgenza pediatrica causata dal deficit di un enzima deputato alla degradazione e al riciclo di un particolare zucchero, l’eparan-solfato”, spiega nella prefazione Alessandro Fraldi, professore associato di Genetica medica all’Università di Napoli, Federico II. “Nelle cellule dei pazienti, questo zucchero, non più degradato, si accumula fino a diventare tossico”. E tale accumulo comporta un progressivo decadimento delle capacità intellettive e motorie, privando i bambini affetti da sindrome di Sanfilippo della capacità di camminare, deglutire, andare oltre la seconda decade della vita.

Terapia genica

Il trattamento è avvenuto nell’ambito di un’iniziale sperimentazione proof-of-concept

Boston (U.S.A.) e Londra (REGNO UNITO) – Il primo paziente affetto da mucopolisaccaridosi di tipo IIIA (MPS IIIA) ha ricevuto la terapia genica OTL-201, a base di cellule staminali ematopoietiche autologhe ex vivo. La somministrazione è avvenuta nell'ambito di un primo studio clinico in aperto: ad annunciarlo è stata Orchard Therapeutics, casa farmaceutica specializzata nello sviluppo di terapie geniche per le malattie rare.

La sperimentazione valuterà gli effetti del trattamento sperimentale LYS-SAF302 sullo stato neurologico dei pazienti

Cambridge (U.S.A.) e Parigi (FRANCIA) – Il primo paziente con mucopolisaccaridosi di tipo IIIA (MPS IIIA o sindrome di Sanfilippo A) ha ricevuto la terapia genica LYS-SAF302 all'interno dello studio clinico globale di Fase II/III AAVance. L'hanno annunciato Lysogene e Sarepta Therapeutics, le due società farmaceutiche che collaborano allo sviluppo della terapia.

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