La linfangioleiomiomatosi (LAM) è una malattia caratterizzata da modificazioni cistiche dei polmoni, ingrossamento dei vasi linfatici addominali e pelvici, e angiomiolipomi. Può essere isolata (LAM sporadica) o insorgere in pazienti affetti da sclerosi tuberosa (TSC). La LAM sporadica colpisce solo le donne, con una prevalenza di circa 1/1.000.000; il 40 per cento delle donne adulte affette da TSC presenta segni di LAM. La malattia causa scompenso respiratorio progressivo, con episodi di pneumotorace ricorrente ed effusioni chilose; la sopravvivenza media è di 10-20 anni.
Il codice di esenzione della linfangioleiomiomatosi è RB0060.

Linfangioleiomiomatosi - nintedanib

Uno studio condotto da MultiMedica ha dimostrato che la terapia è efficace nello stabilizzare la funzionalità polmonare delle pazienti

Milano – Nintedanib, molecola autorizzata per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica, si dimostra una valida opzione terapeutica anche per la linfangioleiomiomatosi (LAM), patologia rara che colpisce principalmente le donne in età fertile e per la quale, ad oggi, è disponibile un solo farmaco.

E’ stato pubblicato recentemente sulla rivista scientifica American Association of Cancer Research, lo studio di una coppia di ricercatori della Rutgers e della Columbia University, che identifica un gene che potrebbe fornire un nuovo target per le terapie farmacologiche per i tumori che si presentano nella sclerosi tuberosa polmonare e nella LAM.
Questa scoperta potrebbe cambiare ciò che era fin ora noto, circa la formazione del tumore e contribuire a rallentare o fermare la crescita dello stesso, con conseguenti implicazioni ancora più ampie nella ricerca sul cancro.

A sostegno della ricerca e dell'assistenza alle pazienti affette dalla LAM, una rara malattia che colpisce quasi esclusivamente le donne in età fertile,
LAM  Italia - Associazione Italiana Linfangioleiomiomatosi, ha progettato LAM Sounds Good, un CD composto dal musicista Nicola Artico che si ispira a suoni e ritmi della tradizione induista, e una bambola fatta a mano da Costanza Cerrotta, associata LAM.

Il farmaco Rapamune ha comportato notevoli benefici per la salute della giovane paziente affetta da linfangioleiomiomatosi

USA - Alison Hedervary, una donna di 35 anni che lavora come infermiera presso la Cleveland Clinic in Ohio (USA), aveva, da tempo, iniziato a sentirsi sempre più a corto di fiato durante lo svolgimento di qualsiasi attività fisica quotidiana fino a quando, improvvisamente, è stata colpita da un grave collasso polmonare. Dopo approfonditi accertamenti, alla donna è stata diagnosticata una rara malattia potenzialmente fatale che è conosciuta col nome di linfangioleiomiomatosi (LAM).

La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha recentemente approvato l'impiego del farmaco Rapamune (sirolimus), commercializzato da Pfizer Inc., per il trattamento della linfangioleiomiomatosi (LAM), una rara malattia polmonare progressiva che colpisce soprattutto le donne in età fertile. Rapamune aveva già ricevuto le designazioni di 'farmaco orfano' e di 'terapia fortemente innovativa' (breakthrough therapy) dalla stessa FDA.

Attualmente nel mondo sono circa 1500 le donne affette da linfangioleiomiomatosi (LAM),  una rara malattia che colpisce principalmente il sesso femminile (ad oggi risulta un unico caso di LAM diagnosticata in un uomo).
In questo articolo presenteremo gli studi in corso (pubblicati sul database Clinical Trials.gov) relativi all’anno 2015, riguardanti questa patologia.

L’intervista a Iris Bassi, fondatrice della Federazione

L’Associazione Italiana Linfangioleiomiomatosi (LAM), che lavora quotidianamente per trovare un trattamento efficace e una cura alla linfangioleiomiomatosi , ha riportato l’intervista realizzata dalla Europe Lung Foundation (ELF) a Iris Bassi, fondatrice della Federazione Europea LAM (Europe LAM Federation).
La linfangioleiomiomatosi (LAM) è una patologia a carico dei polmoni caratterizzata da formazione di cisti, ingrossamento dei vasi linfatici addominali e pelvici e angiomiolipomi. La malattia causa scompenso respiratorio progressivo, con episodi di pneumotorace ricorrente e effusioni chilose; la sopravvivenza media è di 10-20 anni.

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