Il lavoro di ricerca, durato ben 17 anni, porterà a una nuova conoscenza della distrofia facio scapolo omerale, potrà chiarire le cause e aprire nuovi orizzonti terapeutici.
In occasione della prima giornata per la distrofia muscolare facio scapolo omerale (FSHD), tenutasi lo scorso 10 aprile, è stato presentato a Modena il primo registro nazionale della malattia. Il lavoro, condotto grazie all’impegno dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha portato alla nascita di questo registro è stato lungo: è infatti il risultato di una raccolta di dati emersi dal DNA di soggetti affetti dalla malattie e loro familiari cominciata nel 1993.
Il registro, uno strumento unico nel suo genere, che offre un quadro clinico dettagliato del paziente distrofico con particolare riferimento ai muscoli interessati, all'età di insorgenza ed allo studio della familiarità e genealogia nel paziente, fornirà informazioni importanti sull'andamento di questa malattia tra la popolazione italiana e sul quadro clinico del paziente stesso. Secondo i tanti neurologi che hanno collaborato alla realizzazione del registro questo sarà estremamente utile anche per comprendere meglio i meccanismi responsabili per lo sviluppo della FSHD, aprendo nuovi filoni di ricerca.
“Con quest'opera, la nostra prospettiva è di per se ampia e ci aspettiamo grandi cose. Se il dato genetico è un dato che non può essere modificato - afferma la prof.ssa Rossella Tupler, una delle principali ricercatrici che si è dedicata al progetto - ben più in evoluzione è la conoscenza che si può avere di esso, che si perfeziona e si trasforma. L'immagine che abbiamo utilizzato per sponsorizzare questo incontro è quella di un albero che sorge da un libro. Vorremmo che fosse chiaro per tutte le persone intervenute, ed in particolare per tutti i pazienti e famigliari che interverranno, che ciò che ci anima è la voglia di far crescere questo albero di conoscenza e anche trovare risposte su una malattia che al momento non presenta prospettive di cura''.
La FSHD è una malattia genetica che colpisce la muscolatura del volto, del cingolo scapolare (parte dello scheletro che unisce gli arti superiori al torace) e pelvico (parte dello scheletro che raccorda la colonna vertebrale agli arti inferiori), dell'addome e i muscoli distali (più lontani dal cuore) degli arti inferiori.
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