Uno recente studio suggerisce che regioni di corteccia cerebrale di piccole dimensioni possano sviluppare più facilmente la malattia di Alzheimer
Una nuova ricerca, pubblicata di recente su Neurology, suggerisce che laddve le regioni di corteccia cerebrale sono più piccole del normale sia più probabile sviluppare sintomi compatibili con la malattia di Alzheimer. Per questo studio sono state utilizzate le scansioni cerebrali ottenute tramite risonanza magnetica, che hanno consentito la misurazione dello spessore della corteccia cerebrale in 159 persone prive di sintomi di demenza, dell'età media di 79 anni. Ben 19 partecipanti sono stati classificati ad alto rischio, proprio a causa delle piccole dimensioni di alcune regioni corticali note per essere vulnerabili alla malattia di Alzheimer. Dall'inizio dello studio e per i successivi tre anni, ai partecipanti sono stati somministrati test di controllo sulla memoria, il problem solving, la capacità di progettare e di prestare attenzione. I risultati hanno dimostrato che coloro che erano stati classificati come pazienti ad alto rischio effettivamente hanno mostrato un declino cognitivo, nel corso dei tre anni di follow-up, nel 21 per cento dei casi. I restanti pazienti, suddivisi a loro volta tra livello di rischio medio e basso, hanno presentato un declino cognitivo rispettivamente nel 7 per cento dei casi e in nessun caso.
"Per identificare le persone a maggior rischio di Alzheimer il più presto possibile - ha dichiarato l'autore dello studio Bradford Dickerson, membro dell'American Academy of Neurology - saranno necessarie ulteriori ricerche per capire come utilizzare al meglio la risonanza magnetica per misurare le diverse regioni del cervello combinandoli con altri test". Lo studio ha infatti individuato nel 60 per cento dei partecipanti ad alto rischio anche un livello anomalo di proteine associate alla malattia nel liquido cerebrospinale. Questi biomarcatori, incrociati con i dati sulle dimensioni della corteccia cerebrale, potrebbero in futuro garantire una diagnosi precoce e sicura per la grave malattia degenerativa.
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