Filipponi (SISQT): “In Italia poche regioni virtuose, sia per generosità dei cittadini che per capacità della rete trapiantologica”
In occasione del 4° congresso della Società Italiana per la Sicurezza e la Qualità dei Trapianti (SISQT) appena svoltosi a Milano, Franco Filipponi, presidente SISQT, Ordinario di Chirurgia Generale dell'Università di Pisa, Direttore della UOC di Chirurgia Epatica e dei Trapianti di Fegato della AOU Pisana, ha risposto ad alcune domande sul trapianto d’organi in Italia.
Anche le donazioni sono un argomento spinoso. In Italia si è assestati da tempo su una media di 21,7 donatori per milione di abitanti, ma la situazione è abbastanza differente da Nord a Sud. Perché la gente non vuole donare?
In Italia ci sono regioni particolarmente virtuose come la Toscana (con 46 donatori PMP – per milione di popolazione), il Friuli (36 donatori PMP), le Marche (32 donatori PMP) e il Piemonte (26 donatori PMP) e altre come per esempio la Campania e la Sicilia che superano a malapena i 10 donatori PMP. La questione non risiede solo nella più o meno spiccata generosità dei cittadini (abbiamo una media di opposizioni del 28 per cento con punte del 50 per cento – 60 per cento nel Sud), ma nella capacità della rete trapiantologica di essere vigile sul potenziale donatore e sufficientemente organizzata e preparata per affrontare un trapianto. Basta il confronto sui numeri delle segnalazioni delle morti con accertamento neurologico che vanno dai 75 PMP in Toscana ai 23 PMP nelle regioni del Sud: queste differenze sostanziali sono da riferirsi alla mancata segnalazione delle morti cerebrali da parte delle rianimazioni, il che è invece è obbligo di legge. A tutto questo si aggiunge l’expertise di medici e infermieri preposti al colloquio con i familiari per capire e ottenere la disponibilità all’espianto del congiunto. Per questo motivo è fondamentale la preparazione e la formazione di professionisti che siano in grado di favorire il flusso delle donazioni.
Pare che l’Italia sia il paese europeo dove i donatori sono i più vecchi d’Europa. E’ vero?
L’Italia è un paese che sta invecchiando. Se si analizzano i donatori utilizzati dal 2002 ad oggi la loro età media è passata da 52 a 59 anni. Questo ci mette nella condizione di avere la disponibilità di un numero minore di organi e di fare una maggiore selezione proprio a causa dell’età. Ciò si è evidenziato soprattutto nei trapianti di cuore, organo per cui 55 anni sono l’età limite di trapiantabilità, che tra il 2009 e il 2011 hanno visto un calo notevole passando da 355 interventi a 276.
Ricordiamo che, in occasione della Giornata Nazionale Donazione e Trapianto che si celebrerà il 27 maggio in tutta Italia si svolgeranno attività di sensibilizzazione alla donazione degli organi.
Per informazioni http://www.aido.it/
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