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Dai livelli di acido y-amminobutirrico un potenziale biomarcatore per la diagnosi precoce

Una recente pubblicazione comparsa su Neurology ha nuovamente puntato i riflettori sul fenomeno dell’eccitotossicità e della sua relazione con la fisiopatologia della Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Il team di ricerca del Dott. Foerster ha individuato diversi elementi per affermare che un aumento netto della neurotrasmissione eccitatoria in pazienti affetti da Sla sia il risultato di una riduzione dell’inibizione corticale.

L'eccitotossicità è un fenomeno di tossicità neuronale conseguente all'esposizione a concentrazioni relativamente alte di acido glutammico (50-100 µM), principale neurotrasmettitore eccitatorio a livello del sistema nervoso centrale. Le alte concentrazioni di glutammato causano il conseguente aumento di concentrazione di calcio intracellulare, che induce alterazioni nella permeabilità della membrana mitocondriale e conseguente attivazione dell’apoptosi cellulare. Il meccanismo dell’eccitotossicità sembra essere coinvolto nella patogenesi di numerose malattie neurodegenerative, tra le quali anche il Parkinson e l’Huntington.

In questo studio il team di ricerca ha individuato una nuova componente del fenomeno, riscontrando le differenze di acido y-aminobutirrico (GABA) contenuto nella corteccia motoria di pazienti affetti da SLA. In particolare, utilizzando un nuovo approccio di spettroscopia di risonanza magnetica, il team ha riscontato un livello corticale ridotto di GABA nei pazienti affetti da Sla, rispetto ai pazienti di controllo.

L'acido y-amminobutirrico (GABA) è un y-amminoacido, principale neurotrasmettitore inibitorio nei mammiferi, del sistema nervoso centrale e responsabile nella regolazione dell'eccitabilità neuronale in tutto il sistema nervoso. Negli esseri umani GABA è anche direttamente responsabile per la regolazione del tono muscolare.
Tale caratterizzazione in vivo dei livelli di GABA nei pazienti affetti da Sla supporta l’evidenza della presenza di ipereccitabilità corticale nella Sla sporadica e familiare.

Oltre a confermare una teoria da tempo sospettata la scoperta è potenzialmente rilevante per lo sviluppo di biomarcatori specifici di malattia. Nonostante l’elettromiografia sia un esame molto sensibile per rilevare il coinvolgimento neurale non esiste ad oggi un biomarcatore affidabile che possa identificare la degenerazione superiore dei neuroni motori, favorendo una diagnosi precoce di Sla.

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