In uno studio pubblicato su JAMA, un gruppo di studiosi coordinati da Marc S. Sabatine, del Brigham and Women Hospital e Harvard Medical School di Boston, ha valutato l'associazione tra la riduzione del colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL) e la relativa riduzione del rischio cardiovascolare (CV) attraverso l’impiego di diverse statine e di terapie “non-statine”.

Il colesterolo-LDL è un fattore di rischio ben noto per le malattie CV – ricordano gli autori dello studio - e il beneficio clinico della sua riduzione in circolo mediante l’uso di statine rimane ampiamente accettato. Al contrario, il beneficio clinico comparativo delle terapie “non-statine” che riducono il colesterolo-LDL rimane incerto.
Per questo motivo, gli autori hanno condotto una revisione con meta-analisi di 49 studi clinici che soddisfacessero precisi criteri di inclusione: trial clinici randomizzati con riportati outcomes clinici tra i quali l’infarto del miocardio (IM). Lo studio ha incluso un totale di 312.175 partecipanti con 39.645 eventi vascolari maggiori e 9 diverse tipologie di intervento per la riduzione del colesterolo-LDL.

Per saperne di più clicca qui.

Articoli correlati

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni