Con l'avvento della stagione estiva e in previsione delle tanto agognate vacanze al mare, si focalizza sempre più l'attenzione sui tumori della pelle, per i quali è possibile individuare un consistente fattore di rischio nell'esposizione ai raggi UV. La forma tumorale più conosciuta di questo gruppo è il melanoma, che costituisce una delle neoplasie a maggior diffusione negli individui di razza Caucasica al di sotto dei 50 anni.

I fattori di rischio per il melanoma sono molteplici e coinvolgono sia aspetti genetici e fenotipici che ambientali: oltre all'esposizione ai raggi UV, infatti, anche una precisa combinazione di caratteristiche fenotipiche (pelle chiara, occhi chiari, presenza di lentiggini) sembra essere maggiormente associata all'insorgenza di melanoma. Un ulteriore elemento di rischio è la storia familiare: in particolare, la presenza di mutazioni a carico del gene CDKN2A è stata segnalata in una percentuale di casi oscillante tra il 5% e i 40%. Tuttavia, esistono profonde differenze regionali tra l'incidenza del melanoma e la prevalenza della mutazione e ciò contribuisce a rendere difficoltosa l'adozione di linee guida comuni per l'esecuzione del test genetico. In Italia, ad esempio, gli unici dati disponibili provengono dal Registro Tumori Ligure e confermano che la prevalenza della mutazione risente del cosiddetto 'effetto del fondatore'. La mutazione risulta diffusa in circa il 40% delle famiglie nelle quali si è manifestato un melanoma e, inoltre, è stata descritta un'associazione con il tumore pancreatico; i pazienti affetti da sindrome familiare con nevi atipici multipli e melanoma hanno un rischio di andare incontro a tumore pancreatico 20-30 volte maggiore di altri soggetti.

A testimonianza del prezioso ruolo svolto dai Registri Tumori d'Italia e nell'intento di allargare il bacino di dati fornendo indicazioni a livello nazionale, un gruppo di lavoro italiano, costituito da ricercatori delle Università e degli Ospedali di Genova, Padova, Milano, Bergamo, Firenze, Torino, Napoli, Sassari e Varese, ha studiato le associazioni tra insorgenza di melanomi primitivi multipli (MPM) e la presenza di mutazioni in CDKN2A, CDK4 e MITF (le mutazioni a livello degli ultimi due geni citati, sebbene riscontrate in alcuni casi melanoma sono più rare). Lo studio, recentemente apparso sulla rivista Journal of the American Academy of Dermatology ha coinvolto 587 pazienti con MPM e SPM (melanoma singolo primitivo), arruolati presso i centri citati nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012, e li ha messi a confronto con un gruppo di controllo, confrontando l'età alla diagnosi, la storia familiare, il fenotipo e raccogliendo importanti informazioni sulla diagnosi della patologia.

Dai risultati è emerso che le regioni con tassi di mutazione in associazione a MPM più alti sono Liguria, Lombardia e Veneto e, soprattutto, è stato confermato che il 19% dei pazienti con MPM ha una mutazione in CDKN2A (112/587) rispetto al 4,4% dei pazienti con SPM (26/587). Non solo, circa il 10,8% dei pazienti con melanoma ma senza storia familiare è portatore della medesima mutazione e la frequenza della mutazione cresce in maniera significativa con il numero di melanomi (dal 14,6% in soggetti con 2 melanomi fino al 29,6% nei soggetti con 3 o più melanomi). E la differenza nel tasso di mutazione si osserva anche nei pazienti con familiarità e melanomi multipli (dal 36,6% di quelli con 2 melanomi al 58,8% di quelli con 3 o più melanomi), rispetto a quelli nel quale l'insorgenza del tumore è sporadica (dall'8,2% al 17,6%). Anche la correlazione tra SPM e MPM e la presenza di cancro al pancreas ha trovato una significativa conferma, come pure la correlazione con l'età media alla diagnosi (45 anni circa nei pazienti con MPM e 49 in quelli con SPM).

Gli esiti della ricerca confermano l'alta percentuale di mutazioni in CDKN2A nei pazienti con melanoma rispetto alle altre mutazioni (MITF e CDK4), sostenendo con forza la validità delle linee guida internazionali che suggeriscono l'esecuzione di un test genetico in individui che sviluppano 2 o più melanomi, anche in situ, anche in assenza di un precedente in famiglia.

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