Prof.ssa Ferlini (Coordinatrice Scientifica): “Il primo pannello di geni è stato validato, siamo pronti a partire con lo screening nei centri europei aderenti al progetto”
I medici, ricercatori, scienziati e programmatori coinvolti nel progetto europeo Screen4Care, come abbiamo già avuto modo di accennare, sono impegnati nello studio di un sistema di screening genetico per tutti i nuovi nati, con l’obiettivo di anticipare la diagnosi di patologie rare potenzialmente letali o molto invalidanti. Coordinatrice Scientifica del progetto, oltre che docente di Genetica Medica all’Università di Ferrara, è la professoressa Alessandra Ferlini; con lei abbiamo voluto approfondire meglio obiettivi e contenuti del progetto Screen4Care e, in particolare, del work package 3, ovvero quello dedicato allo screening genetico neonatale (clicca qui o sull’immagine dell’articolo per guardare la video-intervista).
Professoressa Ferlini, quali sono gli obiettivi già raggiunti dal gruppo di lavoro dedicato allo screening genetico sui nuovi nati?
Diversi sono gli obiettivi che abbiamo già raggiunto, ricordo che siamo quasi all'inizio del terzo anno del progetto Screen4Care, quindi siamo a metà strada sostanzialmente. L’obiettivo più importante che è stato raggiunto è quello che ha definito quali siano i geni che sono contenuti nei pannelli che utilizzeremo come tool per lo screening genetico neonatale dello Screen4Care. Di fatto quindi abbiamo già disegnato e definito il primo grande gruppo di geni che è incluso in quello che abbiamo chiamato “pannello Treat”, cioè delle patologie trattabili, per le quali esiste un trattamento di qualsiasi genere, e che sono 245. Questo pannello è già stato completamente disegnato ed è in corso di validazione tecnica, quindi lo stiamo già testando con dei DNA di controllo. Chi lo sta facendo è il dottor Novelli all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che è la nostra piattaforma genomica nello Screen4Care. Ovviamente questo è fondamentale perché già siamo pronti sostanzialmente per partire. Questo è il primo grande obiettivo che abbiamo completato, nei tempi, nel work package numero 3.
Quali sono invece gli step successivi di sviluppo delle attività?
All’interno di un grande forum coordinato da EURORDIS sono stati definiti i geni relativi a quello che abbiamo chiamato “pannello Act”, in cui rientrano le patologie che abbiamo definito come “actionable”. Si tratta di un numero molto più piccolo geni, il cui pannello è attualmente sottoposto al comitato etico. Colgo l'occasione per dire che il nostro “pannello Treat” ha già avuto approvazione di tutti i comitati etici dei centri europei, un grande risultato in termini di compliance. L’approvazione del “pannello Act”, di cui stiamo aspettando i risultati, è evidentemente un obiettivo un po' più complesso rispetto alle patologie “treatable”, per cui eravamo ottimisti fin dall’inizio. Certamente ci adopereremo in modo da ottenere anche questa approvazione. Il primo degli step futuri è quello di iniziare il reclutamento dei bambini in Italia, Francia e Germania, che al momento sono i Paesi con i centri nascita che partecipano al progetto, immediatamente dopo agosto, quindi ai primi di settembre. Siamo contentissimi perché dovremmo iniziare a screenare nella vita reale i nostri bambini, sperando di raggiungere un numero vicino a quello che ci siamo dati come numero ideale: 25.000 bambini in Europa.
Ha parlato di due pannelli, per le patologie “actionable” e “treatable”. Il criterio con cui avete selezionato quelle “treatable” è l'esistenza, diceva, di un qualche tipo di terapia o di trattamento, mentre per quelle “actionable” come vi siete orientati? Che tipo di selezione avete fatto?
Ci abbiamo messo due anni a definire il “pannello treatable”, per il quale è stato disegnato un algoritmo ad hoc, che include diversi parametri fra cui quello della trattabilità, cioè di essere trattabili con una terapia disponibile. Anche altri criteri sono stati utilizzati per assegnare dei punteggi alle patologie sulla base, per esempio, della penetranza, il tipo di ereditarietà e molti altri. Per le malattie “actionable” sono stati applicati gli stessi criteri, fatta eccezione per quello della trattabilità. Per questo motivo EURORDIS, che ha coordinato il disegno di questo pannello, ha stabilito una sorta di nomination, ha fatto un forum attraverso il quale sono state selezionate le più “nominate” in termini di criteri di actionability.
Poi c'è tutta la parte che riguarda il rapporto con il paziente, con le famiglie, con i genitori, quindi l'ultima cosa che vorrei approfondire con lei sono proprio le criticità, o comunque gli aspetti peculiari, legati alla comunicazione. In questo momento, prendiamo l'esempio dell'Italia, esiste un pannello di screening neonatale esteso diverso da quello su cui andate ad agire, quindi ci sarà una necessità di applicazione e di disgiunzione anche della comunicazione rispetto allo screening neonatale.
Questo aspetto non solo è stato approfondito ma è stato completamente definito, perché era una parte integrante dell'applicazione al comitato etico. I comitati etici, quando chiedono un progetto del genere vogliono avere tutti i particolari completamente definiti, quindi di questo abbiamo già tutto. È importante precisare che Screen4Care è un progetto di ricerca e segue pertanto le strade proprie della ricerca clinica. Il pannello esteso dello screening universale italiano, e similmente in Francia e in Germania, è un pannello offerto istituzionalmente, se non addirittura mandatorio. Quindi è chiaro che noi abbiamo binari differenti, sebbene il momento di prelievo dal tallone del neonato sia lo stesso. Dal punto di vista pratico della real life si opera in modo identico: si fa una piccola puntura per una goccia di sangue, ma ovviamente la parte che riguarda lo screening metabolico ha un suo percorso e lo Screen4Care ne ha un altro, tanto che abbiamo addirittura disegnato una card dedicata al progetto, dove verrà posizionata la piccola la goccia di sangue, quindi non abbiamo alcuna possibilità di interferenza. Abbiamo ovviamente una serie di strumenti informativi già disegnati che sono dei flyers e dei moduli che vengono forniti alle coppie in vari checkpoint durante il percorso della gravidanza: all'inizio, al controllo dell'ottavo mese e ovviamente dopo la nascita. Sono flyers in multilingua: oltre a italiano, francese, tedesco, turco, urdu, arabo, cinese e inglese, che sono le lingue che abbiamo già utilizzato, valuteremo eventuali altre richieste da altri paesi. Abbiamo poi un video che stiamo completando: è un cartone animato che racconta che cos'è questo progetto, a che cosa serve, perché lo facciamo e che cos'è lo screening genetico neonatale. È molto carino perché è un cartoon e un dialogo fra una dottoressa e un piccolo supereroe, che rappresenta in qualche modo i nostri neonati rari. Non anticipo di più perché lo vedremo insieme quando sarà pronto. Ovviamente abbiamo anche tutti i moduli di consenso, che dovranno essere firmati obbligatoriamente perché il nostro è un progetto di ricerca, e dei focus group che verranno organizzati con le coppie in presenza di una ostetrica. Abbiamo coinvolto moltissimo il personale paramedico perché riteniamo che il ruolo delle ostetriche sia importante in questi percorsi, quindi molti colloqui verranno fatti da delle ostetriche che hanno avuto un training sul progetto, con il personale medico – che può essere genetista medico o ostetrico o neonatologo – che resta a disposizione per eventuali chiarimenti che vengono chiesti. Ci sarà un’e-mail dedicata, a cui scrivere per chiedere specifiche riguardo il progetto; ci sarà anche un nostro sito web e metteremo, quando partiremo con lo screening, quello che io ho chiamato il “baby counting”, che farà vedere a che punto siamo e quanti bambini sono stati reclutati all'interno dello Screen4Care. Aggiungo una cosa importante: lo Screen4Care non prende in carico i bambini che saranno identificati con una patologia rara, perché è un progetto di ricerca, quindi ci siamo posti l'ovvio problema di come gestire la presa in carico dei bambini che risultino eventualmente positivi allo screening genetico. È ovvio che questo non può essere fatto da un progetto di ricerca che ha un termine e quindi abbiamo stabilito una collaborazione con le reti europee ERN (European Reference Networks), con le quali abbiamo fatto numerose riunioni anche a carattere di training: riferiremo ai diversi centri ERN dei Paesi che partecipano allo Screen4Care i bambini che noi troveremo eventualmente positivi, in modo che tramite gli ERN entrino nel percorso di cura e accedano alle terapie disponibili il più velocemente possibile. A tal proposito, uscirà un documento che si chiama “Operational guidelines”, che abbiamo fatto insieme agli ERN, che sarà pubblico, presente sia nei siti ERN che sul sito Screen4Care. Questo per noi è stato il modo migliore per assicurare proprio una continuità di follow-up e di cura ai bambini che troveremo positivi allo screening genetico e forse anche un modello futuro quando lo screening genetico potrebbe diventare uno screening integrato nel sistema sanitario nazionale pubblico.
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