Il musicista torna sul palco dopo due anni di stop ed esprime la sua gratitudine nei confronti di medici e ricercatori
La seconda serata del Festival di Sanremo 2024 rimarrà sicuramente negli annali per due motivi: il siparietto di John Travolta, che si è prestato a fare il “Ballo del qua qua” – che sia piaciuto o meno – ma soprattutto il toccante ed emozionante ritorno alle scene del Maestro Giovanni Allevi, che dopo due anni di stop si è esibito davanti a milioni di italiani.
Sul palco dell’Ariston, prima di suonare il suo brano “Tomorrow”, il pianista si è commosso raccontando quest’ultimo anno di cure, dopo che gli è stato diagnosticato il mieloma multiplo, un tumore raro che colpisce il midollo osseo, la sede principale dell’organismo in cui vengono prodotte le cellule del sistema immunitario e del sangue. In particolare, questo tipo di neoplasia ha come bersaglio le plasmacellule, cellule immunitarie che hanno la funzione di produrre anticorpi e difenderci dalle infezioni.
“All’improvviso – ha raccontato Allevi, visibilmente commosso – mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti a un pubblico da quasi 2 anni. Nel mio ultimo concerto, a Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello; e non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo. Ho perso molto, il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare.”
Il mieloma multiplo solitamente si manifesta con l’avanzare dell’età, dopo i 65 anni, eppure sono in aumento i pazienti più giovani. Ogni anno in Italia si diagnosticano oltre 3mila casi, con un’incidenza lievemente maggiore negli uomini rispetto alle donne. Il dolore osseo, per lo più localizzato a livello del cranio, della schiena (come è accaduto al musicista) e delle anche, è il sintomo che caratterizza maggiormente questo tipo di tumore. Ad esso si associa anche una maggiore frequenza di fratture ossee. I pazienti, inoltre, possono presentare astenia e debolezza, causate da una scarsa produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo, ma anche ecchimosi e sanguinamenti, dovuti alla carenza di piastrine (trompocitopenia). Il tumore, infine, può comportare l’insorgenza di insufficienza renale e neuropatia, correlate ad alti livelli di calcio nel sangue per la distruzione delle cellule ossee. I sintomi che caratterizzano il mieloma multiplo sono piuttosto aspecifici e possono essere ricondotti anche ad altre patologie, rendendone quindi difficile la diagnosi di questo tumore.
Allevi, dopo aver elencato tutti i doni inaspettati che ha ricevuto durante la sua battaglia contro il mieloma, ha espresso “gratitudine e riconoscenza per il talento dei medici, degli infermieri e di tutto il personale ospedaliero, e per la ricerca scientifica, senza la quale – ha sottolineato – non sarei qui a parlare”.
Fortunatamente, infatti, negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti nel trattamento di questa patologia. Attualmente, per i pazienti asintomatici che non abbiano altre problematiche di salute non c’è indicazione ad alcun trattamento, e si procede con controlli frequenti per verificare l’eventuale evoluzione del tumore. Per chi necessita invece di trattamenti, le opzioni oggi a disposizione sono numerose e la strategia terapeutica viene stabilita in base a una serie di parametri calibrati sul singolo caso.
Chi ha un’età fino ai 65-70 anni e una buona funzionalità d’organo viene in genere candidato a un approccio terapeutico più intensivo, che include l’utilizzo di nuovi farmaci biologici (immunomodulanti, inibitori del proteasoma, anticorpi monoclonali) in combinazione con un trapianto autologo di midollo osseo (ovvero un autotrapianto, dato che le cellule vengono prelevate dal paziente stesso). A seguire, vengono somministrate delle terapie di consolidamento e di mantenimento, con l’obiettivo di arrivare a eliminare tutte le cellule cancerose all’interno dell’organismo. Chi non è idoneo al trapianto, invece, riceve in genere una terapia basata sull’impiego di farmaci biologici eventualmente associati a chemioterapia.
Purtroppo, il mieloma multiplo è una neoplasia molto insidiosa, perché quasi 9 pazienti su 10 vanno incontro, nel tempo, a una ricaduta. In questo caso le terapie prevedono, se possibile, l’uso di farmaci a cui il paziente non è stato precedentemente esposto, con selettivo impiego della radioterapia.
Contro il mieloma multiplo sono state recentemente sviluppate ulteriori nuove terapie, come ad esempio gli anticorpi bispecifici, che per ora vengono prescritti ai pazienti che non hanno tratto i benefici sperati dalle cure standard; altri trattamenti, infine, sono in via di sperimentazione, tra cui l’impiego di cellule CAR-T, che già hanno dato ottimi risultati in altri tipi di tumore del sangue.
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