MENU
Screening neonatale per la SMA in Emilia Romagna

Nella stessa regione sarà effettuato anche il test per deficit di AADC, adrenoleucodistrofia legata all’X, SCID e agammaglobulinemia legata all’X

Salgono a quattrodici le regioni italiane in cui, in attesa dell’aggiornamento del pannello di screening neonatale esteso, è stata avviata nei nuovi nati la ricerca della mutazione responsabile dell’atrofia muscolare spinale (SMA). Con Delibera Num. 1441 del 01/07/2024, la Giunta Regionale dell'Emilia Romagna ha infatti stabilito un “Ampliamento del panel dello screening neonatale ex DGR 2260 del 27/12/2018” che include non solo la SMA ma, gradualmente, anche il deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (deficit di AADC), l’adrenoleucodistrofia legata all’X (X-ALD), le immunodeficienze combinate severe (SCID) e l’agammaglobulinemia legata all’X (XLA).

Questo alla luce del fatto che, come si legge nel testo di Delibera, il Centro regionale di screening neonatale ha dato disponibilità ad avviare entro il mese di luglio 2024 lo screening della SMA ed entro il mese di dicembre 2024 lo screening delle altre patologie previste.

I CENTRI INDIVIDUATI PER LO SCREENING

La DRG riporta anche i centri clinici di riferimento, attivamente coinvolti nel percorso di conferma diagnostica in sinergia con il Laboratorio di screening neonatale:
• IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna: per atrofia muscolare spinale, deficit di AADC, adrenoleucodistrofia legata all’X;
• IRCCS - Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna per immunodeficienze combinate severe e agammaglobulinemia legata al cromosoma X.

PROCEDURE OPERATIVE PER LO SCREENING

È parte integrante del provvedimento l’Allegato 1 “Ampliamento dello screening neonatale delle malattie metaboliche ereditarie ad ulteriori patologie genetiche”, che riporta alcune importanti indicazioni operative.

I genitori – prevede la procedura – ricevono l’informativa sullo Screening Neonatale dagli operatori del Punto Nascita, preferibilmente nell’ambito dell’ambulatorio gravidanza a termine al quale si possono rivolgere per ricevere precisazioni e ulteriori informazioni, e prima della raccolta del campione firmano il relativo consenso informato.

La raccolta del campione viene eseguita entro 48-72 ore dalla nascita da parte di personale adeguatamente formato. Nei nati pretermine o con peso non adeguato all’età gestazionale, in nutrizione parenterale, in trasfusione o trasferiti, viene eseguita la raccolta del campione entro le 48-72 ore dalla nascita e vengono programmate successive raccolte secondo protocolli specifici. Il campione viene inviato tempestivamente al Laboratorio di Screening Neonatale attraverso specifico trasporto centralizzato e dedicato che assicura la consegna dei campioni entro 24/48 ore dal prelievo e, solo in casi eccezionali, non oltre le 72 ore.

Una volta completata l’analisi del campione, in caso di negatività dell’esame il percorso dello screening si conclude e i Punti Nascita ricevono dal Laboratorio di Screening Neonatale il referto di negatività. In caso di positività dell’esame il Laboratorio mette in atto comportamenti diversificati in relazione al rischio: in caso di alto rischio contatta il Centro clinico che allerta immediatamente il relativo Punto Nascita e/o la famiglia; in caso di basso rischio inoltra direttamente al Punto Nascita una notifica attraverso la piattaforma dedicata alla gestione del processo. Il Punto Nascita allertato prende immediatamente contatto con la famiglia per organizzare l’accesso del neonato presso il centro clinico al fine della conferma di diagnosi attraverso visita ed esami laboratoristici.

Nelle fasi di richiamo e di iniziale conferma diagnostica è il Centro Clinico a prendere tempestivamente in carico il neonato e svolgere, in stretta collaborazione con il Laboratorio di Screening Neonatale, una fondamentale funzione di coordinamento delle attività. Qualora la diagnosi sia confermata, il Centro Clinico organizza il follow-up, prescrive la necessaria terapia farmacologica o genica e/o dietetica e l’accesso agevolato dei familiari ai servizi ospedalieri. A seguire viene definito il percorso assistenziale integrato finalizzato a garantire la presa in carico del bambino e della sua famiglia nella logica della continuità assistenziale che deve prevedere le modalità di comunicazione tra il referente clinico del bambino, il Pediatra di Libera Scelta e i Servizi Distrettuali dell’Azienda USL di residenza (Pediatria di Comunità e/o Pediatria ospedaliera, Unità di Valutazione Pediatrica, Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza). Al paziente e alla famiglia vengono offerti i necessari percorsi di assistenza psicologica.

Per la conferma diagnostica e la presa in carico del neonato, il laboratorio di Screening Neonatale collabora con i seguenti Centri Clinici: Centri Hub per la Fibrosi Cistica della Azienda USL della Romagna e della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma; Centro di Riferimento per l’atrofia muscolare spinale, per il deficit di AADC e per l’adrenoleucodistrofia legata all’X dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (UOC di Neuropsichiatria dell’età Pediatrica), in collaborazione con l’UO di Neonatologia dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna; Centro di Riferimento per le immunodeficienze combinate severe e l’agammaglobulinemia legata all’X dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna (UOC Pediatria, Servizio di Immunologia, Centro di Riferimento Regionale Malattie del Sistema Immunitario).

L’esecuzione del test genetico può essere parte integrante dell’iter diagnostico: il test genetico è utile ai fini della conferma diagnostica, dell’identificazione di eventuali falsi positivi, della corretta definizione delle patologie che entrano in diagnosi differenziale e del calcolo del rischio di ricorrenza e della consulenza genetica, nell’ambito della presa in carico del paziente e dell’intera famiglia. Per questo il consenso informato per l’esecuzione dello Screening Neonatale sottoposto ai genitori o ai tutori legali del neonato è comprensivo dell’autorizzazione all’eventuale esecuzione di ulteriori analisi genetiche come parte integrante della diagnosi, qualora fosse richiesta dall’esito dello Screening Neonatale.

Una volta raggiunto il limite dell’età pediatrica, le modalità prevedono che venga organizzato un percorso ambulatoriale al fine di favorire il passaggio del paziente dal professionista dell’età pediatrica al medico referente della U.O. dell’adulto che diventerà il suo punto di riferimento clinico.
Il follow-up ha lo scopo di:
a. monitorare nel tempo le comorbidità note;
b. identificare precocemente la comparsa di nuove comorbidità e/o complicanze;
c. verificare la compliance terapeutica;
d. adattare la terapia alle caratteristiche e/o esigenze del paziente;
e. rilevare gli eventuali effetti indesiderati della terapia e/o dieta;
f. garantire un intervento medico tempestivo in caso di urgenze.

IL PANNELLO SNE DELL’EMILIA-ROMAGNA

Alla luce dell’integrazione già apportata e di quelle che saranno operative nel mese di dicembre, con il 2025 questo sarà l’elenco delle patologie sottoposte a screening in Emilia Romagna:
• Fenilchetonuria;
• Iperfenilalaninemia benigna;
• Deficit della biosintesi del cofattore biopterina;
• Deficit della rigenerazione del cofattore biopterina;
• Tirosinemia tipo I;
• Tirosinemia tipo II;
• Malattia delle urine allo sciroppo d’acero;
• Omocistinuria (difetto di CBS);
• Omocistinuria (difetto severo di MTHFR);
• Acidemia glutarica tipo I;
• Acidemia isovalerica;
• Deficit di beta-chetotiolasi;
• Acidemia 3-Idrossi 3-metilglutarica;
• Acidemia propionica;
• Acidemia metilmalonica (Mut);
• Acidemia metilmalonica (Cbl-A);
• Acidemia metilmalonica (Cbl-B);
• Acidemia metilmalonica con omocistinuria (deficit Cbl C);
• Acidemia metilmalonica con omocistinuria (deficit Cbl D);
• Deficit di 2-metilbutirril-CoA deidrogenasi;
• Aciduria malonica;
• Deficit multiplo di carbossilasi;
• Citrullinemia I;
• Citrullinemia II (deficit di Citrina);
• Acidemia argininosuccinica;
• Argininemia;
• Deficit del trasporto della carnitina;
• Deficit di carnitina palmitoil-transferasi I;
• Deficit carnitina-acilcarnitina traslocasi;
• Deficit di carnitina palmitoil-transferasi II;
• Deficit di acil-CoA deidrogenasi a catena molto lunga;
• Deficit della proteina trifunzionale mitocondriale;
• Deficit di 3-idrossi-acil-CoA deidrogenasi a catena lunga;
• Deficit di acil-CoA deidrogenasi a catena media;
• Deficit di 3-idrossi-acil-CoA deidrogenasi a catena media/corta;
• Acidemia glutarica tipo II;
• Galattosemia;
• Difetto di biotinidasi;
• Tirosinemia tipo III;
• Deficit di glicina N-metiltransferasi;
• Deficit di metionina adenosiltransferasi;
• Deficit di S-adenosilomocisteina idrolasi;
• Acidurie 3-metil glutaconiche;
• Deficit di 3-metilcrotonil-CoAcarbossilasi;
• Deficit di 2-metil3-idrossibutirril-CoA deidrogenasi;
• Deficit di Isobutirril-CoA deidrogenasi;
• Deficit di acil-CoA deidrogenasi a catena corta;
• Ipotiroidismo congenito;
• Iperplasia surrenalica congenita;
• Fibrosi cistica;
• Atrofia muscolare spinale;
• Deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici;
• Adrenoleucodistrofia legata all’X;
• Immunodeficienze combinate severe:
• Agammaglobulinemia legata al cromosoma X.

Articoli correlati

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni