Il fatto che uno dei pazienti sia stato segnalato proprio dalla Sicilia dimostra il funzionamento del sistema di sorveglianza nell’isola
“La segnalazione dell’Aifa riguardo ai lotti è arrivata, mi sembra una giusta precauzione, un segnale positivo di come il sistema cerchi di tutelare chi riceve il sangue e di come anche il sistema di sorveglianza sia funzionale, anche quello della nostra Isola che ha segnalato il caso sospetto”. A commentare così la vicenda dei lotti di emoderivati ritirati dal mercato è il prof. Aurelio Maggio, direttore di Ematologia II dell’Ospedale Cervello di Palermo e Coordinatore Rete Regionale Centri Talassemia per la Sicilia.
“Se esiste un rischio, pur basso, di contaminazione degli emoderivati, ritirarli è una giusta precauzione. E’ vero che è una decisione costosa, e che così si ritirano prodotti che potrebbero anche, invece, non aver alcun problema, ma nel dubbio che possa esserci un rischio è bene che prevalga la tutela del ricevente”. Bene dunque la massima precauzione adottata dall’Aifa ma il rischio è davvero così teorico? “Per la Kreutzfeldt Jakob non possiamo fare gli stessi discorsi che si fanno per virus come l’epatite C o anche per l’HIV. Queste sono infezioni che comunque possono essere riscontrare nel giro di pochi mesi dal possibile contagio e si può stabilire un legame con la trafusione. Questa malattia, invece, può avere un’incubazione lunghissima, anche di 10 anni o più, per poter escludere che ci sia il rischio bisognerebbe aver studiato molti pazienti e per un lungo periodo di tempo”.
In Italia il registro nazionale delle persone affette da questa malattia è stato istituito nel’ISS solo nel 1993 ma la notifica dei casi è divenuta obbligatoria solo dal 2001.
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