La malattia o demenza di Alzheimer, che prende nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che ne descrisse i sintomi nel 1907 per la prima volta, colpisce circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni e si manifesta inizialmente con una progressiva amnesia, prima sulle piccole cose, fino ad arrivare a non riconoscere nemmeno i familiari e ad avere bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. L’Alzheimer è uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali, che comporta una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività, in quanto colpisce sia la memoria che le funzioni cognitive, e questi si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare. Inoltre può essere causa di stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.
Il codice di esenzione della malattia di Alzheimer è 029 (Malattie croniche).

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La presa in cura delle fragilità. Malattie neurodegenerative e demenze: impatto sociale e sanitario

L’evento, organizzato da Fondazione Roche e La Meridiana, ha messo in luce la necessità di individuare nuove direttrici che guidino il rinnovamento dell’assistenza

Monza – Si stima che nell’arco della vita una persona su tre sia destinata a sviluppare una malattia neurologica, ed è stato calcolato che negli ultimi trent’anni il numero di decessi attribuibili a questa causa sia cresciuto del 39%. Ma un esempio eloquente dell’impennata di patologie neurologiche che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi anni è rappresentato dalle previsioni sulla malattia di Alzheimer, demenza che oggi colpisce 600 mila persone e la cui incidenza passerà dai 204.584 nuovi casi all’anno del 2020 ai 288.788 del 2040.

Farmaci

Il rallentamento del declino clinico indotto dal farmaco non ha raggiunto la significatività statistica

La società farmaceutica Roche ha recentemente annunciato i risultati ottenuti negli studi clinici GRADUATE I e II, condotti allo scopo di indagare l’uso del farmaco gantenerumab in persone con decadimento cognitivo lieve (MCI) dovuto a malattia di Alzheimer precoce. Sebbene gantenerumab si sia stato ben tollerato dai pazienti, entrambi gli studi non hanno raggiunto l'endpoint primario di efficacia relativo al rallentamento del declino clinico causato dalla patologia.

Anti-stigma Award

Il progetto e la campagna hanno ricevuto il riconoscimento nell’ambito dell’Anti-stigma Award

Noi di Federazione Alzheimer Italia lavoriamo ogni giorno perché sempre più cittadini siano consapevoli di cosa significa vivere con la demenza, con l’obiettivo di combattere lo stigma che ancora circonda i malati e le loro famiglie. La campagna #nontiscordaredivolermibene e il progetto e omonimo sito Dementia Friendly vanno in questa direzione: solo nell’ultimo anno abbiamo raggiunto e sensibilizzato milioni di persone che ci stanno aiutando a costruire la prima comunità di Amici delle Persone con Demenza in Italia. Questo premio ci onora e ci sprona a continuare e fare sempre meglio”. Così la presidente Gabriella Porro esprime la soddisfazione della Federazione Alzheimer Italia per il riconoscimento assegnato alla campagna #nontiscordaredivolermibene nell’ambito dell’Anti-stigma Award.

Paziente con demenza

L’iniziativa è promossa dall’Osservatorio Demenze dell’ISS in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Uniti Italia

È stata avviata un’indagine nazionale sulle condizioni sociali ed economiche dei circa 10 mila familiari dei pazienti con demenza: a partire dal 20 settembre 2022 è possibile compilare l’apposito questionario. L’indagine, promossa dall’Osservatorio Demenze dell’ISS in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Uniti Italia, è una delle numerose iniziative in cui l’Istituto è coinvolto, in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome (PA), le società scientifiche e le associazioni dei pazienti, grazie al Decreto sul Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, pubblicato lo scorso 30 marzo sulla Gazzetta Ufficiale.

Video Alzheimer

Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer Milano lanciano la campagna #nontiscordaredivolermibene

“Persone con demenza: è proprio vero che non si può fare niente per migliorare la loro vita?” Lorenzo Baglioni, Rossella Brescia, Valeria Fabrizi, Riccardo Fogli, Mara Maionchi e Daniela Poggi rispondono a questa domanda condividendo sei semplici consigli che chiunque può mettere in pratica in varie situazioni di quotidianità per mettere a proprio agio una persona con demenza facendola sentire inclusa. I consigli sono raccolti nel video ideato da Federazione Alzheimer Italia insieme ad Alzheimer Milano per la campagna #nontiscordaredivolermibene, lanciata in occasione dell’XI Mese Mondiale Alzheimer e della XXIX Giornata Mondiale Alzheimer, che si celebra il 21 settembre.

Modello murino

Uno studio condotto dagli istituti Besta e Mario Negri ha dimostrato l’efficacia di un piccolo peptide somministrato per via intranasale in un modello animale

Milano – Un nuovo studio realizzato dai ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, dimostra che un piccolo peptide somministrato per via intranasale è efficace in un modello murino di Alzheimer e inibisce il deposito e gli effetti tossici di una delle due proteine che causano la patologia. Lo studio rappresenta un passo in avanti per lo sviluppo di un farmaco per la cura della malattia di Alzheimer nell’uomo, la più comune forma di demenza in età avanzata e tuttora incurabile.

Malattia di Alzheimer

Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer’s Disease International esortano governo, istituzioni ed enti di sanità pubblica ad agire per migliorare l’assistenza ai pazienti

In occasione dell’avvio dell’XI Mese Mondiale Alzheimer, la Federazione Alzheimer Italia si fa portavoce in Italia dell’appello che il suo partner internazionale Alzheimer’s Disease International (ADI) lancia a governi e organismi di sanità pubblica, oltre che all’Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché si attivino tempestivamente per mettere in atto le misure necessarie a garantire il corretto supporto post-diagnostico a tutte le persone con demenza, in particolare alla luce dei nuovi dati con le stime di diffusione della malattia.

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