La malattia o demenza di Alzheimer, che prende nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che ne descrisse i sintomi nel 1907 per la prima volta, colpisce circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni e si manifesta inizialmente con una progressiva amnesia, prima sulle piccole cose, fino ad arrivare a non riconoscere nemmeno i familiari e ad avere bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. L’Alzheimer è uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali, che comporta una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività, in quanto colpisce sia la memoria che le funzioni cognitive, e questi si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare. Inoltre può essere causa di stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. Il codice di esenzione della malattia di Alzheimer è 029 (Malattie croniche).
Obiettivo del progetto: riorganizzare le cure e ridisegnare i percorsi assistenziali territoriali
Roma - Coinvolgere e coordinare tutti i nodi territoriali per ottimizzare la gestione del percorso dei pazienti; facilitare accesso ed empowerment del cittadino-paziente; ridurre le distanze tra ospedale e territorio, favorendo comunicazione e interazione strutturata tra medici specialisti, infermieri specializzati/case manager, medici di medicina generale, operatori sanitari; evitare un improprio consumo di risorse, ridurre i costi non necessari e gestire la complessità favorendo la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Questi gli obiettivi del progetto “S.M.A.R.T. Care NEUROLOGIA”, documento redatto dalla SIN in collaborazione con la SIMM, coordinato da OVER Group e realizzato grazie al contributo incondizionato di Roche.
La prevenzione rimane la prima arma. Se ne è parlato al 22° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Psicogeriatria
Le demenze costituiscono delle malattie che caratterizzano sempre più spesso la terza e la quarta età. Distruggono la persona, ma non cancellano la vita: per questo la ricerca scientifica è al lavoro per migliorare la quotidianità di chi ne soffre o rischia di andarvi incontro. Questo è emerso nel 22° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Psicogeriatria (AIP). Tre giorni al Palazzo dei Congressi a Firenze con 800 specialisti tra geriatri, neurologi, psichiatri che si sono confrontati sul tema.
Scritto da Antonio Guaita, medico geriatra, e Bianca Maria Petrucci, terapista occupazionale,è realizzato in collaborazione con la Federazione Alzheimer Italia
“Questo manuale è uno strumento imprescindibile per chi si prende cura di una persona con demenza, utilissimo perché parte dalla realtà quotidiana fornendo spiegazioni e consigli pratici: non esiste nulla di così completo su questi aspetti, scritto in modo che tutti possano capire e avere indicazioni chiare su come agire nelle diverse circostanze di ogni giorno. Noi della Federazione Alzheimer Italia siamo davvero orgogliosi di aver partecipato alla sua realizzazione. Troppo spesso sentiamo dire che se una persona ha l’Alzheimer non c’è più nulla da fare: questo libro racconta una storia completamente diversa e ci fa dire: ha l’Alzheimer, c’è ancora moltissimo da fare”. Con queste parole Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, introduce il manuale “Vivere con…l’Alzheimer” (Giunti Editore, collana Demetra) dedicato ai familiari delle persone con demenza.
La Federazione Alzheimer Italia: “Garantiremo che il denaro sia utilizzato per progetti veramente utili ai pazienti”
“Dopo oltre un anno dall’approvazione dello stanziamento dei fondi per il Piano Nazionale Demenze, è stata definita la modalità di ripartizione di questi fondi. Come Federazione Alzheimer Italia abbiamo già sottolineato che 15 milioni sono una cifra assolutamente insufficiente a coprire le esigenze dei malati e le loro famiglie e, per di più, è stato sprecato molto tempo prezioso prima di sapere come poterla utilizzare. La Federazione Alzheimer Italia, come membro del Tavolo Permanente sulle Demenze, si fa garante del fatto che questi fondi siano impiegati in progetti veramente utili e abbiano un’effettiva ricaduta sul territorio ma, soprattutto, sulla vita delle persone con demenza e i loro familiari”. Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, commenta così la notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge del Ministero della Salute, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha sancito l’approvazione del riparto dei 15 milioni del Fondo triennale per l’Alzheimer e le demenze.
Da SIN e Biogen una nuova piattaforma di tele-neuropsicologia per favorire la diagnosi ed effettuare la valutazione a distanza dei pazienti
Milano – Test neuropsicologici digitalizzati, somministrati tramite tablet direttamente a casa dei pazienti con malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, con l’obiettivo di migliorare il monitoraggio dei pazienti, ma anche di favorire l’identificazione delle persone a rischio di sviluppare la malattia. Il tutto grazie all’utilizzo di uno schermo touch che consente la presentazione degli stimoli visivi e verbali e la registrazione delle risposte vocali, motorie e di disegno dei pazienti. Questa è la base tecnologica da cui nasce la prima piattaforma di tele-neuropsicologia per la malattia di Alzheimer, presentata dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) insieme a Biogen, azienda biotech focalizzata sulla ricerca e sviluppo di innovazioni terapeutiche nell’area delle neuroscienze. Nei prossimi mesi la piattaforma sarà utilizzata e validata nell’ambito di un progetto pilota, che coinvolgerà sette centri specializzati in diverse regioni italiane.
La scoperta è stata fatta da un gruppo di scienziati dell’Università e dell’ICGEB di Trieste e dell’IFOM di Milano, con la collaborazione della SISSA
Le cellule dei nostri tessuti sono sottoposte a stimoli e stress di diversa natura ai quali rispondono modificando e regolando l’organizzazione del genoma e l’espressione dei geni. Un meccanismo cruciale alla base di questa capacità fa perno sulla proteina PIN1, coinvolta nella decodifica di diversi tipi di segnali che la cellula riceve, ed è per questo implicata in molteplici processi fisiopatologici. Alterazioni dei suoi livelli sono associate a diverse condizioni di malattia: mentre un aumento di PIN1 contribuisce alla formazione dei tumori e delle metastasi, la sua diminuzione è osservata in malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Federazione Alzheimer Italia aderisce all’appello di Alzheimer’s Disease International affinché si finanzi la ricerca sul legame tra le due patologie
L'impatto neurologico del COVID-19 sul cervello può aumentare la probabilità che una persona sviluppi una forma di demenza, ma anche accelerare i sintomi e peggiorare le condizioni della malattia. È quanto afferma una recente ricerca presentata all’edizione 2021 dell’Alzheimer Association International Conference, che rileva una stretta correlazione tra COVID-19 e demenza.
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