Che l’alimentazione influenzi il nostro stato di salute è ormai un concetto chiaro. In particolare sembra che le abitudini alimentari possano incidere fortemente sul rischio di sviluppare alcune malattie croniche, come nel caso dell’Alzheimer.
Un recente studio, pubblicato sulla rivista ACS Chemical Neuroscience, sostiene ad esempio che l’olio d’oliva sia in grado di ridurre il rischio di sviluppare la malattia neurodegenerativa.
Secondo la teoria di Amal Kaddoumi e colleghi alcune componenti dell’olio d’oliva sarebbero in grado di evitare la formazione delle proteine beta amiloidi, associate alla comparsa della patologia. Le virtù dell’extravergine sono conosciute da millenni e numerosi studi avevano già attribuito proprietà benefiche ai grassi monoinsaturi in esso presenti. Questo studio però si concentra sull’oleocantale, sostanza che sembra proteggere le cellule nervose dai danni delle beta amiloidi.
Una sana alimentazione può dunque diminuire i rischi di Alzheimer, mentre una vita sregolata e l’uso eccessivo di alcolici sembra invece produrre l’effetto opposto.
Una ricerca inglese ha recentemente messo sotto processo quello che viene oggi definito ‘binge drinking’: l’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve, molto di moda tra le generazioni dei più giovani. Sembra chiaro, anche dagli altri dati pervenuti all’Alzheimer's Association International Conference di Vancouver, che se un bicchiere di vino durante i pasti può essere benefico, l’eccessivo uso di alcol danneggia il cervello.
“Recentemente sono stati effettuati molti studi sulla correlazione tra alcol e demenze. – spiega la Dott.ssa Dr Anne Corbett dell’Alzheimer Society inglese – Questi studi contribuiscono a rafforzare tale correlazione, ma saranno necessari studi ulteriori per comprendere quale esattamente sia l’azione dell’alcol sul cervello. Nel frattempo una sana alimentazione e il regolare esercizio fisico rappresentano il metodo principale per ridurre al minimo il rischio di demenza e Alzheimer.”
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