La 27enne di Messina ha sconfitto l’ucraina Harnyc nella categoria +70kg
Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, l’Italia porta a carta a casa un trionfo anche nel judo, grazie al bronzo di Carolina Costa, conquistato conto l’ucraina Harnyc nella categoria +70 kg. La messinese, 27enne da poco, è ipovedente a causa del cheratocono, una delle patologie degenerative della cornea più diffuse, specie tra i giovani. Questa rara malattia dell’occhio si manifesta, infatti, nell’infanzia o nella pubertà e progredisce, in buona parte dei casi, fino ai 35-40 anni. Colpisce, ogni anno circa cinquanta persone ogni centomila e consiste in un aumento della curvatura della cornea, che finisce per assumere una forma a cono, provocando problematiche di rifrazione della luce, con serie conseguenze a livello del visus del paziente.
Nelle fasi iniziali di malattia vi è un progressivo astigmatismo irregolare, correggibile con occhiali e lenti a contatto, mentre negli stadi più avanzati la correzione con ausili ottici risulta più difficile. Le cause e i meccanismi all’origine del cheratocono non sono ancora stati chiariti, anche se sembra che esista una base genetica sulla quale intervengono fattori di origine ambientale.
Nonostante questa problematica, Carolina Costa è riuscita a raggiungere traguardi importanti nella sua carriera da judoka. Figlia del maestro siciliano di judo, e presidente della Confederazione Italiana Kendo, Franco Costa (deceduto nel 2006), e dell'ex atleta olimpica di lotta libera Katarzyna Juszczak, la giovane ha iniziato la sua carriera negli Under 23 in un modo molto promettente, ottenendo alcuni risultati brillanti, come un secondo posto ai campionati italiani.
Nel 2016, all'età di 22 anni, le viene diagnosticato il cheratocono: di conseguenza è costretta a passare allo sport paralimpico, ottenendo comunque ottimi risultati internazionali, come una medaglia di bronzo ai campionati del mondo e una medaglia d'oro ai campionati europei. Attualmente è capitano della Nazionale italiana di judo della FSPIC.
Sempre nella giornata di domenica, la nuotatrice Carlotta Gilli, affetta anch’essa da una rara patologia oculare, la malattia di Stargardt, ha conquistato un altro oro nei 200 misti, categoria SM13 (ipovedenti), stabilendo il nuovo record del mondo e portando a casa la sua quinta medaglia a questi Giochi.
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