Lo stabilimento italiano di Anagni sarà il primo in Europa ad avviare la produzione del farmaco
Milano – Sanofi e GSK hanno avviato lo studio clinico di Fase I/II per il loro vaccino COVID-19, sviluppato sulla base di DNA-ricombinante in subunità e basato su una tecnologia consolidata, la stessa che Sanofi adotta già con successo per la produzione del vaccino antinfluenzale quadrivalente ricombinante. Proprio l’adozione di questa tecnologia consentirà di produrre un numero notevolmente maggiore di dosi.
Nello studio clinico di Fase I/II sul farmaco sono stati coinvolti, in totale, 440 adulti sani in 11 siti di sperimentazione negli Stati Uniti. Sanofi e GSK prevedono di fornire i primi risultati già all'inizio di dicembre 2020, per un eventuale avvio della successiva sperimentazione di Fase III. Qualora i dati clinici siano sufficienti, la richiesta di approvazione del prodotto è pianificata per la prima metà del 2021.
L’Italia è impegnata in prima linea nella produzione di questo nuovo vaccino contro il COVID-19 con il suo stabilimento di Anagni. Proprio l’hub italiano – insieme a Francia e Germania – sarà uno dei quattro impegnati nella produzione e realizzazione delle dosi del farmaco. Lo stabilimento laziale, uno dei quattro siti Sanofi in Italia, rappresenta un centro di eccellenza a livello europeo per la produzione di prodotti farmaceutici sterili iniettabili e sarà il primo in Europa a mettere in campo il vaccino.
“La partenza ufficiale della sperimentazione clinica segna un altro punto importante legato alla battaglia globale contro la pandemia di COVID-19. Un progresso che passa necessariamente dal gioco di squadra e dall’innesto di competenze trasversali messe a fattor comune. D’altronde, le nuove sfide legate alla prevenzione nella salute passano dalle alleanze tra tutti gli attori della filiera”, afferma Mario Merlo, General Manager di Sanofi Pasteur.
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