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Pemfigoide bolloso, dati positivi su dupilumab

Nella sperimentazione, un numero cinque volte superiore di pazienti adulti trattati con il farmaco ha raggiunto una remissione sostenuta della malattia rispetto al placebo

Milano - I risultati positivi dello studio registrativo ADEPT, che ha valutato l'uso sperimentale di dupilumab negli adulti con pemfigoide bolloso (PB) da moderato a grave, sono stati presentati durante il meeting 2025 dell'American Academy of Dermatology (AAD).

Il pemfigoide bolloso è una malattia cronica della cute, debilitante e recidivante, che presenta una sottostante infiammazione di tipo 2. La patologia si manifesta tipicamente nella popolazione anziana ed è caratterizzata da eritema e prurito intenso, nonché da vesciche e lesioni cutanee dolorose che possono formarsi su gran parte del corpo e causare sanguinamento e formazione di croste, rendendo i pazienti più soggetti a infezioni e compromettendo la loro capacità di svolgere anche le più normali attività quotidiane.

Dupilumab è un anticorpo monoclonale interamente umano che inibisce le vie di segnalazione dell’interleuchina 4 (IL-4) e dell'interleuchina 13 (IL-13), due proteine che giocano un ruolo chiave nell'infiammazione di tipo 2, un meccanismo patologico sottostante a numerose patologie.

Nello studio clinico ADEPT, di Fase II/III, 106 pazienti adulti con pemfigoide bolloso da moderato a grave, sono stati randomizzati per ricevere dupilumab 300 mg (n=53) ogni due settimane, dopo una dose iniziale di carico, oppure placebo (n=53) in aggiunti a terapia standard con corticosteroidi orali (OCS). Durante il trattamento, tutti i pazienti hanno seguito un regime di riduzione degli OCS definito dal protocollo, a condizione che il controllo dell'attività di malattia fosse mantenuto. La remissione sostenuta della malattia è stata definita come una remissione clinica completa, con completamento della riduzione degli OCS, entro la sedicesima settimana, senza ricadute e senza l'utilizzo di una terapia di salvataggio durante il periodo di trattamento di 36 settimane.

Come illustrato al Congresso AAD, nello studio ADEPT sono stati raggiunti l’endpoint primario e tutti gli endpoint secondari. Nello specifico, i risultati ottenuti nei pazienti trattati con dupilumab dopo 36 settimane sono stati i seguenti:
il 20% ha sperimentato una remissione sostenuta della malattia, rispetto al 4% nel gruppo placebo (endpoint primario);
il 40% ha ottenuto una riduzione di almeno il 90% della gravità della malattia, rispetto al 10% nel gruppo placebo;
il 40% ha ottenuto una riduzione clinicamente significativa del prurito, rispetto all'11% nel gruppo placebo.
Inoltre, il trattamento con dupilumab ha determinato una riduzione media dell'esposizione cumulativa agli OCS di 1678 mg e un rischio di utilizzo di terapie di salvataggio inferiore del 54%.

Gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab rispetto al placebo, comparsi in almeno 3 pazienti, comprendono: edema periferico (n=8 vs. n=5), artralgia (n=5 vs. n=3), mal di schiena (n=4 vs. n=2), visione offuscata (n=4 vs. n=0), ipertensione (n=4 vs. n=3), asma (n=4 vs. n=1), congiuntivite (n=4 vs. n=0), costipazione (n=4 vs. n=1), infezione del tratto respiratorio superiore (n=3 vs. n=1), lesioni agli arti (n=3 vs. n=2) e insonnia (n=3 vs. n=2). Nel gruppo dupilumab non si sono verificati eventi avversi che hanno portato a decesso.

“Le persone che convivono con il pemfigoide bolloso sperimentano prurito incessante, vesciche e lesioni dolorose che possono essere debilitanti e rendere difficile la quotidianità. Inoltre, le attuali opzioni terapeutiche possono risultare poco funzionali per una popolazione di pazienti prevalentemente anziana, poiché agiscono sopprimendo il sistema immunitario”, ha dichiarato la prof.ssa Victoria Werth, Primario del Dipartimento di Dermatologia al Philadelphia Veterans Administration Hospital e ricercatrice dello studio ADEPT. “Agendo sull'infiammazione di tipo 2, driver chiave del pemfigoide bolloso, dupilumab è il primo farmaco biologico in fase di sperimentazione a mostrare, in uno studio clinico, una remissione sostenuta e una riduzione della gravità della malattia e del prurito rispetto al placebo”.

La domanda di approvazione di dupilumab per il trattamento del pemfigoide bolloso è attualmente in valutazione da parte di numerose autorità regolatorie globali, tra l’Agenzia Europe per i Medicinali (EMA).

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