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Oggi e domani riuniti a Verona più di 250 pneumologi al convegno Pneumo '14

La tecnologia al servizio della salute. Un sistema di sensori collegati a smartphone e tablet, messo a punto da due studiosi greci, potrebbe a breve aiutare le persone che soffrono di malattie respiratorie a valutare il tasso di inquinanti nell’aria e quindi se è il caso o meno di uscire di casa. In attesa che la scoperta venga adottata su larga scala, oggi e domani a Verona, che in quanto a inquinamento non gode certo di ottima salute, 260 pneumologi faranno il punto sulla situazione del respiro degli italiani, con particolare attenzione alle due maggiori patologie, asma e Broncopneumopatia cronica ostruttiva. L’appuntamento, per il terzo anno consecutivo, è all’auditorium GlaxoSmithKline.

Titolo del convegno, Pneumo ’14: dalla teoria alla pratica, che sintetizza quelle che sono le intenzioni degli organizzatori: una discussione aperta e continua tra relatori e pubblico, grazie agli strumenti offerti anche in questo caso dalla tecnologia, che consentiranno di votare gli stimoli emersi dalle relazioni o formulare domande in tempo reale. E la pratica in questo contesto rimanda al paziente, fotografato nelle sue aspettative, nelle sue necessità ed esigenze di risposte, in quello che è il vissuto dell’ambulatorio di ogni giorno. Si parlerà inoltre di due temi fondamentali: la disassuefazione al fumo di sigaretta, causa principale di Bpco, e l’importanza per i pazienti di avere a disposizione device facili da utilizzare: gli strumenti cioè che consentono di inalare i farmaci e che devono essere pratici e intuitivi per consentire, soprattutto alle persone anziane, di seguire senza problemi la terapia.

Per chi si deve salvare i polmoni, proteggendoli dall’inquinamento, in futuro potrebbe dunque bastare uno smartphone o un tablet. Grazie ad una rete di sensori posizionati nei punti nevralgici delle città, chi soffre di Broncopneumopatia cronica ostruttiva, meglio nota come Bpco, potrebbe decidere se e quando uscire, evitando le giornate in cui gli inquinanti la fanno da padrone peggiorando la salute del respiro. A dare questo spunto, particolarmente utile per una città come Verona che è ai vertici delle classifiche nazionali per inquinamento ambientale, è uno studio di due ricercatori greci. Ioannis Kouris e Dimitris Koutsouris hanno infatti sviluppato un sistema in grado di trasmettere immediatamente le informazioni dall'ambiente allo strumento di connessione. Il lavoro è stato pubblicato su International Journal of Computational Intelligence Studies. Anche la tecnologia, quindi potrebbe aiutare a fronteggiare una malattia molto frequente, ma terribilmente poco conosciuta.

Bpco, questa sconosciuta: solo 21 su 100 sanno cos’è
In Italia oggi solo 21 persone su cento considerano la Broncopneumopatia cronica ostruttiva, destinata a diventare entro il 2020 la terza causa di morte al mondo, una malattia grave. Tanto che in una ipotetica classifica di malattie mortali o invalidanti la Bpco viene collocata all’undicesimo posto. Questi preoccupanti dati emergono dallo studio Pap, ricerca condotta da Doxa per SIMER (Società Italiana di Medicina Respiratoria),  SIAIC (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica) e AAITO (Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri), su un campione di 2000 persone rappresentativo della popolazione italiana. I risultati completi dell’indagine, che mette in luce anche alcune difficoltà dei pazienti che fanno i conti con tosse, bronchiti ripetute e respiro corto vengono presentati oggi presso l’Auditorium GSK di Verona, in occasione del Congresso “Pneumo ’14: dalla teoria alla pratica” che vede riuniti nel capoluogo scaligero 260 tra i massimi esperti italiani sulla patologia.

Paziente al centro, diagnosi precoce e terapia personalizzata
Un sempre più efficace rapporto tra medico e paziente rappresenta la chiave per migliorare la situazione e favorire l’aderenza alla terapia, fattore fondamentale per consentire di seguire bene le cure e ridurre il rischio di ricadute, che spesso comportano il ricovero in ospedale del malato, con aumento dei disagi per lui e i suoi familiari e un aumento delle spese sanitarie. “La mancata aderenza ha due conseguenze fondamentali: la prima, e più grave per il singolo, è che il paziente sta male e la malattia progredisce, la seconda è legata al fatto che il costo sociale della malattia aumenta vertiginosamente ed è illogico spendere per giungere ad una diagnosi raffinata e a una terapia adeguata, se poi questa non viene assunta regolarmente”, spiega Giorgio Walter Canonica, chairman del Convegno insieme a Francesco Blasi e Mario Cazzola.
Porre il paziente al centro, in ogni caso, sembra essere l’atteggiamento vincente per contrastare la malattia e soprattutto per far sì che il malato riesca a controllarla al meglio. L’educazione, in questo senso, è uno step fondamentale nel rapporto medico–paziente: se manca, la corretta assunzione della terapia, che passa anche attraverso un device semplice da utilizzare, può essere drammaticamente pregiudicata e di conseguenza può essere compromessa l’aderenza al trattamento.

In Italia 10,6 milioni di fumatori, il 20,6% della popolazione

L’importante, a detta degli esperti, è fronteggiare al meglio un problema che, complice anche la diffusione del fumo di sigaretta, è in costante e preoccupante aumento. E a proposito di fumo, atro tema affrontato al convegno, secondo il rapporto 2013 dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i fumatori sono 10,6 milioni, il 20,6% della popolazione sopra i 15 anni. E anche se il trend è in lenta diminuzione e negli ultimi dieci anni è calato anche il numero medio di sigarette fumato dagli habitué, passato da 16,1 sigarette al giorno del 2003 a 12,7 del 2013, i numeri rimangono preoccupanti e non inducono all’ottimismo per l’immediato futuro. Per questo è fondamentale smettere e per farlo, come per le diete, il fai da te non è consigliabile: anche in questo caso vale la pena rivolgersi ai centri appositi o parlarne con il proprio medico. Sempre secondo il Rapporto dell’ISS, chi tenta di smettere da solo con le sigarette porta a casa un insuccesso nel 92% dei casi.

Bpco, due milioni e mezzo di malati
Per chiudere un cenno ancora ai numeri, quelli della Bpco. Oggi in Italia il 5,5 per cento della popolazione (più di due milioni e mezzo di persone) soffre di Bpco e soprattutto non sempre si arriva ad affrontare precocemente il quadro patologico. Quasi tre persone su quattro con bronchite cronica non sono ancora arrivate alla diagnosi corretta e alla terapia conseguente. A preoccupare è soprattutto il tendenza alla crescita della patologia, legato anche all’aumento degli over 65. Secondo l’OMS ogni anno nel mondo si contano 3 milioni e 280 mila morti a causa di malattie dell’apparato respiratorio e la stima è che i decessi siano destinati ad aumentare di oltre il 30 per cento nei prossimi dieci anni.

 

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