Gli esperti delle Accademie Nazionali americane della Medicina e delle Scienze hanno stabilito che l'editing su sperma, ovuli o embrioni “deve essere affrontato con cautela, ma cautela non significa divieto”
Per più di un anno, 22 dei maggiori esperti mondiali di medicina, genetica, bioetica e legge sono stati alle prese con le spinose questioni nate dai rivoluzionari progressi degli scienziati nella loro abilità di modificare il genoma umano. Fra loro, anche un italiano: il prof. Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget). Lo scorso 14 febbraio gli esperti, convocati dalla National Academy of Sciences e dalla National Academy of Medicine, hanno pubblicato la loro relazione.
Una delle conclusioni più degne di nota è che non sia poi così tanto immorale armeggiare con il cosiddetto editing “germinale”, ovvero il genoma di ovuli umani, sperma ed embrioni allo stadio iniziale. Quindi i “bambini su misura” sono vicini? E le terapie CRISPR? Che cosa omette il report? Un articolo pubblicato sulla testata scientifica online STAT dalla giornalista Sharon Begley ha provato a fornire tutte le risposte.
Una questione linguistica
L'utilizzo del CRISPR-Cas9 e dei suoi cugini per alterare il DNA dev'essere chiamato editing genetico o editing genomico? Il report delle Accademie sceglie quest'ultimo. È più preciso di “editing genetico”, termine usato nel 2015 dal vertice internazionale delle Accademie nel titolo del summit, perché ad essere modificate potrebbero essere stringhe di DNA che non codificano per proteine (la consueta definizione di un gene). Invece, i nuovi strumenti di editing possono cancellare o modificare le stringhe di DNA che regolano l'espressione genica, accendendo o spegnendo geni effettivi. Il nome “editing genomico” rispecchia anche uno dei poteri del CRISPR: modificare molteplici regioni del genoma, e non solo un singolo gene, in una sola volta.
Se ne è mai discusso prima?
Sì, sulle questioni in materia di ricerca di laboratorio e di applicazioni cliniche, il report è molto in linea con la dichiarazione rilasciata dopo il vertice del 2015, la quale concludeva che “la ricerca di laboratorio di base per l'editing del genoma umano è già gestibile sotto norme etiche e quadri normativi esistenti a livello locale, statale e federale”. Allo stesso modo, anche l'uso dell'editing genomico per trattare o curare i pazienti è ben definito: gli Stati Uniti (e gran parte del mondo industrializzato) hanno già delle linee guida per la terapia genica, che saranno utili – conclude il report – quando si tratterà di sottoporre a CRISPR degli esseri umani.
Può essere modificata anche la linea germinale?
Il report è anche in linea con la dichiarazione del vertice sulla modifica della linea germinale umana (sperma, ovuli o embrioni allo stadio iniziale): se venisse attuata, tutti i cambiamenti influenzerebbero non solo un individuo, ma, potenzialmente, la discendenza di quella persona, per sempre. Sono state scritte innumerevoli frasi su come ciò potrebbe creare generazioni di persone geneticamente ricche o povere, su come trasformerebbe i bambini in prodotti dei quali i genitori potrebbero selezionare le opzioni, e su come questo sarebbe un affronto alla dignità umana. Ma il Comitato delle Accademie non le ha condivise: “Le sperimentazioni di ricerca sull'editing genomico della linea germinale potrebbero essere ammesse, ma solo a seguito di ulteriori ricerche”, si sostiene, anche se “solo per motivi validi e sotto stretta supervisione”, “dopo aver risolto le questioni circa la sicurezza e l'efficacia della modifica della linea germinale” e aver raggiunto un “consenso sociale” su di esso.
Il biochimico Jennifer Doudna della University of California di Berkeley, pioniera nello sviluppo del CRISPR-Cas9, che è stata determinante nel portare gli scienziati ad affrontare le sue ramificazioni etiche, ha detto di essere “impressionata per la profondità di analisi e la perspicacia delle indicazioni contenute nel report, che fornisce una tabella di marcia chiara ed equilibrata per le applicazioni di ricerca dell'editing germinale umano”.
Il bioeticista George Annas della Boston University, che ha esaminato il report per volere delle Accademie, ha detto che gli avvertimenti cautelativi in esso contenuti sulla modifica della linea germinale sono “modesti”. Questo riflette – ha suggerito – “l'uso di un quadro etico che si basa interamente su calcoli di rischio/beneficio, entrambi altamente speculativi, ma i benefici sembrano esser stati valutati come più probabili dei rischi”, almeno in presenza di una regolamentare supervisione.
Quindi possiamo procedere?
In termini pratici, negli Stati Uniti sarebbe impossibile condurre la modifica della linea germinale: una legge del 2016 vieta alla Food and Drug Administration di esaminare “ricerche in cui un embrione umano sia intenzionalmente creato o modificato per includere una modificazione genetica ereditaria”. Ma il report assume una posizione del tipo: “se può essere fatto, sarà fatto”, e suggerisce che l'editing della linea germinale “sarà impossibile da controllare completamente, se ci saranno le capacità tecniche in giurisdizioni più permissive”. Questo non piace ad alcuni esperti di etica. Annas, per esempio, sostiene che “un gesto potrebbe essere compiuto anche se fuori legge, ma questa non è una ragione per non proibirlo, se si pensa che non dovrebbe essere fatto”.
La relazione conclude anche che le sperimentazioni cliniche con l'utilizzo dell'editing della linea germinale dovrebbero essere consentite solo in mancanza di “ragionevoli alternative”, se la tecnica impedisce “una malattia o condizione grave”, se modifica geni noti per causare la malattia, se la modifica produce una versione del gene che alcune persone hanno già (come un gene dell'emoglobina sano anziché uno falciforme) piuttosto che versioni mai viste in natura, ed altre limitazioni. Tuttavia, come lo stesso Comitato riconosce, “alternative ragionevoli” e “malattia o condizione grave” sono termini vaghi. In sostanza: “la sperimentazione dell'editing della linea germinale ereditaria del genoma deve essere affrontata con cautela, ma cautela non significa che debba essere vietata”. Resta da vedere come proseguirà il dibattito, ma come Doudna ha sottolineato, “anche se finora è stato relativamente facile raggiungere il consenso sulle applicazioni di ricerca dell'editing della linea germinale umana, mi aspetto che sarà più difficile decidere sulle applicazioni cliniche”.
Ci sono delle omissioni nel report?
Sarebbe stato bello avere delle raccomandazioni su quale standard di sicurezza si dovrebbe essere applicare nel sottoporre a CRISPR cellule umane a fini terapeutici. Una grande preoccupazione è che il CRISPR non è perfetto, e se la sequenza di DNA che si suppone di modificare è simile a una parte del genoma che si dovrebbe lasciare in pace, la somiglianza potrebbe causare “effetti fuori bersaglio” cioè una modifica accidentale. Come si fa a sapere se ciò è accaduto? Ci sono algoritmi che indicano come sia probabile che un obiettivo abbia un vicino “doppelgänger”, ma anche gli scienziati che hanno creato gli algoritmi avvertono che sono imperfetti.
I ricercatori che si accingono a impiantare nei pazienti (per curare, ad esempio, l'anemia falciforme o il cancro) dovrebbero essere tenuti a sequenziare il genoma di tutte le cellule modificate, per essere sicuri che siano state fatte le modifiche previste, e solo le modifiche previste? Quante modifiche fuori bersaglio sono troppe? Il report non lo dice, spiegando solo che “nessuno standard unico per l'efficienza o la specificità dell'editing genomico somatico – e nessun singolo tasso di off-target accettabile – può essere definito in questo momento”.
Ci sono delle linee di confine?
Al Comitato non piace molto il miglioramento genetico, il che significa utilizzare la modifica del genoma per dare alle persone caratteristiche che vanno “oltre i livelli considerati tipici di una salute adeguata”. Gli esempi includono l'abbassamento del colesterolo al di sotto del range considerato adeguato, l'ingrossamento dei muscoli nelle persone con nessun disturbo conosciuto, per renderli super forti, e la modifica dei geni che sono attivi nel cervello, per migliorare la memoria. Il Comitato dice che la modifica del genoma per il suo miglioramento “non dovrebbe procedere in questo momento”, ma è sprezzante sulle argomentazioni più apocalittiche contro di essa, dicendo che “è molto improbabile che sia la più profonda fonte di disuguaglianza in ogni società”.
Il miglioramento genetico potrebbe avvenire comunque?
Un esempio è dato dalle cliniche che effettuano trattamenti con le cellule staminali. Molte di queste imprese se la cavano con l'utilizzo di cellule staminali adulte dei pazienti (nel grasso, ad esempio) per curare malattie e riparare articolazioni. Sono in grado di farlo perché, anche se la FDA ha la giurisdizione sull'uso di cellule manipolate, le cellule prelevate da un paziente e restituite allo stesso non sono disciplinate analogamente. Il Comitato ritiene che sarebbe una buona idea chiarire questo punto al più presto, in modo che gli enti regolatori possano “fermare la commercializzazione di terapie che utilizzano prodotti di editing del genoma umano che non sono stati approvati”. Un cinico potrebbe dire che se si guarda alle cliniche per le cellule staminali, questo accorgimento in passato non ha funzionato così bene.
Fonte: “No red line against CRISPR’ing early embryos, experts rule”, di Sharon Begley, pubblicato il 14.02.2017 su STAT.
Seguici sui Social