ARIR: “Stiamo incrementando turni e presenze negli ospedali per assicurare una copertura 24 ore su 24”
Ci sono professioni particolarmente coinvolte nella gestione dei pazienti in questi tempi di criticità da COVID-19: una di queste è quella del fisioterapista della riabilitazione respiratoria, che offre assistenza specialistica proprio a persone con gravi insufficienze respiratorie. Come stanno operando i fisioterapisti respiratori per far fronte alle richieste di assistenza nelle zone maggiormente colpite dal virus?
“In questa fase così critica stiamo lavorando a supporto di tutte quelle misure messe in atto per combattere l'emergenza Coronavirus”, dichiara Marta Lazzeri, presidente dell'Associazione Riabilitatori dell'Insufficienza Respiratoria (ARIR). “Come fisioterapisti respiratori, sin dall’inizio dell’emergenza siamo al fianco dei medici intensivisti, dei medici della medicina d’urgenza, degli pneumologi e del personale infermieristico nella gestione del quadro respiratorio di chi è colpito in maniera più o meno severa dalla malattia COVID-19, mentre per quanto riguarda la gestione del paziente che viene sedato e intubato, entriamo in gioco durante le manovre di pronazione (quando necessaria) e successivamente nella fase di 'svezzamento' dalla ventilazione meccanica invasiva e subito dopo l'estubazione. Così come saremo a supporto di tutti i pazienti che dovranno recuperare il respiro spontaneo e la ventilazione dalle vie aeree naturali, ma anche le normali attività fisiche come camminare, o svolgere le attività della vita quotidiana spesso compromesse dopo lungi periodi di sedazione, allettamento ed immobilità vestirsi”.
Ma di fronte alle criticità che sta affrontando la ‘prima linea’, gli sforzi e le competenze specialistiche dei fisioterapisti sono investite nelle terapie intensive e soprattutto nelle semintensive. Su questo piano, Marta Lazzeri precisa che “ad oggi siamo presenti soprattutto in quei reparti che sono stati trasformati da aree di degenza in strutture di terapia intensiva intermedia. Per intenderci, dove le funzioni respiratorie di questi pazienti vengono supportate attraverso sistemi di ossigenazione ad alto flusso, o attraverso l’utilizzo del casco per la somministrazione di CPAP o della ventilazione non invasiva. Chiaramente tutto ciò seguendo le indicazioni che le Società scientifiche stanno emanando e collaborando strettamente con i medici intensivisti-rianimatori, medici d’urgenza, pneumologi e infermieri”.
Ma l'emergenza sta assumendo dimensioni preoccupanti soprattutto in Lombardia, con sempre maggior richiesta di gestione dei pazienti critici: come sono presenti sul territorio e nei centri di cura lombardi i fisioterapisti? “Stiamo riorganizzando la nostra presenza, intensificandola: ad esempio, in alcuni ospedali milanesi - conclude la presidente di ARIR - quali il Policlinico e l’Ospedale Niguarda di Milano, in cui abitualmente siamo presenti sette giorni su sette, abbiamo incrementato il numero dei fisioterapisti respiratori presenti nel fine settimana e sono stati istituiti turni, per estendere la nostra presenza ed attività in reparto durante l'intera giornata. Ci stiamo adattando giorno per giorno ai numeri di questa vasta ed imprevedibile emergenza”.
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