Chi è stato colpito dalla borreliosi di Lyme, una malattia rara causata dal morso di una zecca, ci sono buone possibilità di guarigione anche se la diagnosi o le cure arrivano in ritardo. Stando a quanto riportato dal Prof. Robert T. Schoen, reumatologo americano con molte pubblicazioni all’attivo proprio per questa malattia in un articolo appena pubblicato su Nature Reviews Rheumatology la cura antibiotica avrebbe buone probabilità di agire con successo anche se l’infezione è presente da lungo tempo.
La spiegazione viene data citando il caso di una donna di 71 anni che si è rivolta ad un reumatologo dopo che già da due anni soffriva di sintomi che inducevano a ritenere che si trattasse proprio della malattia di Lyme. Gli esami fisici e i test sierologici hanno confermato la diagnosi ma la donna per i due anni successivi ha rifiutato le cure antibiotiche. In questo periodo la paziente ha continuato ad avere episodi ricorrenti di artrite e solo dopo ha deciso di sottoporsi al ciclo antibiotico. Così è stata trattata con la doxiciclina, inizialmente per 2 settimane e poi, 2 mesi dopo, con un secondo ciclo di 4 settimane e la cura ha avuto successo ponendo fine alle sue sofferenze.
Prima della cura, dunque, la donna avrebbe vissuto per 4 anni senza trattare la malattia e questo permette di individuarne l’evoluzione naturale. Il caso dimostra anche che l’infezione da Borrelia burgdorferi, causa della malattia, può persistere per anni nei pazienti non trattati e che tuttavia, la terapia antibiotica ha ancora la probabilità di essere efficace.
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