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In un articolo recentemente pubblicato dal quotidiano Corriere mercantile, il dottor Marcello Mincarini, Dirigente Medico della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio e Allergologia presso l'istituto IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino “IST”, spiega come determinate condizioni contribuiscano ad aggravare la fibrosi polmonare illustrando, in modo particolare, la correlazione esistente tra questa malattia e l'enfisema polmonare.

“Dal 2005 è stata codificata a livello internazionale un'associazione tra due patologie nota da decenni. Si tratta della concomitanza di enfisema e fibrosi polmonare”, chiarisce il dottor Mincarini. “Entrambe le patologie sono correlate al fumo di sigaretta e il riscontro nello stesso paziente peggiora sicuramente la prognosi. In pratica in questi pazienti sussiste un quadro di distrofia bollosa ai campi polmonari superiori e un quadro di fibrosi a quelli inferiori (con tutte le possibili sfumature che sono ovviamente diverse caso per caso). Si evince quindi chiaramente come gli scambi gassosi siano ancora più compromessi in questi pazienti, e la comparsa di insufficienza respiratoria sia più precoce, in media, rispetto ai pazienti affetti da solo una delle due patologie”.

“Una condizione spesso associata alla fibrosi polmonare idiopatica è rappresentata dal reflusso gastroesofageo”, un disturbo che, come spiega il dottor Mincarini, “può innescare o comunque peggiorare in maniera significativa le lesioni a livello del parenchima polmonare. Va da sé che un efficace e corretto trattamento di questa condizione associata risulta in vantaggi indubbi per il paziente. E' stato infatti dimostrato che la progressione del danno è meno veloce nel paziente senza reflusso o con reflusso correttamente trattato rispetto a una condizione senza controllo. Un'altra precisazione riguarda i farmaci che vengono utilizzati per la terapia della fibrosi che hanno potenzialità gastrolesive e possono peggiorare il reflusso. Il debito inquadramento della suddetta condizione è fondamentale per evitare un pericoloso circolo vizioso che porterebbe a vanificare gli effetti positivi della terapia assunta per la fibrosi (il concetto è il seguente: la terapia rallenta la progressione della fibrosi ma esacerba il reflusso che peggiora la fibrosi). Quindi per quanto possa sembrare banale, un trattamento adeguato, oltre a migliorare la qualità della vita del paziente, porterà a risultati positivi in termini assoluti per la gestione globale e la ridotta progressione di malattia fibrosante polmonare”.

Infine, il dottor Mincarini conclude sottolineando come, nel caso della fibrosi polmonare, “sia di fondamentale importanza non sottovalutare alcun sintomo anche se sfumato, in particolare tosse e fatica respiratoria per sforzi non impegnativi. Una diagnosi precoce e tempestiva e una valutazione presso un ambulatorio dedicato a queste patologie può permettere di intraprendere un percorso terapeutico che più precoce è, più efficace sarà. Ricordo, a questo proposito, che esiste presso IRCCS - San Martino - IST, un ambulatorio dedicato alle interstiziopatie e fibrosi polmonari, afferente al reparto di Clinica Tisiologica e Pneumologica Universitaria”.

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