La malattia di Parkinson, scoperta agli inizi del 1800 da James Parkinson, venne chiamata per oltre un secolo “paralisi agitante” e anche “morbo di Parkinson”. Colpisce in modo indistinto i due sessi e può esordire a qualsiasi età, anche se, in prevalenza, i sintomi si riscontrano in pazienti sopra i 60 anni, raramente in pazienti sopra i 40 e in casi rarissimi in persone più giovani. Si tratta di un disturbo che colpisce il sistema nervoso centrale; il sintomo generalmente più evidente è il tremore, ma non basta questo per stabilire la diagnosi. Altri sintomi possono essere rigidità, lentezza nei movimenti, debolezza, problemi di equilibrio e postura ricurva.
Il codice di esenzione della malattia di Parkinson è 038 (Malattie croniche – Morbo di Parkinson e altre malattie extrapiramidali).

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Secondo uno studio pubblicato su Parkinsonism and Related Disorders e riportato da Pharmastar, il farmaco IPX066 offrirebbe significativi benefici clinici in pazienti affetti da malattia di Parkinson (PD) mai trattati con levodopa.
Il farmaco (combinazione carbidopa/levodopa) a rilascio prolungato sarebbe in grado di raggiungere rapidamente e in maniera stabile le giuste concentrazioni plasmatiche. La ricerca sul farmaco è stata condotta dal team di Rajesh Pahwa, dell’University of Kansas Medical Center di Kansas City.

La sostanza chimica viene attualmente utilizzata per i cosmetici antirughe

USA – Un team di scienziati della UC di San Francisco hanno sperimentato per la prima volta la chinetina, una sostanza chimica attualmente utilizzata per i cosmetici antietà, nel tentativo di prevenire la morte delle cellule nervose danneggiate dalle mutazioni che causano il malfunzionamento dell’enzima PINK1, che sembra essere direttamente responsabile di alcuni casi di Parkinson a esordio precoce. La sperimentazione, pubblicata sulla rivista Cell , rappresenta il primo caso di targeting altamente specifico della classe di enzimi chiamata chinasi.

E’ stata pubblicata sulla prestigiosa rivista americana Neurology una metanalisi di 104 studi che dimostra che l’esposizione ad idrocarburi solventi o a pesticidi è associata ad un aumento del 60% del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
Gli idrocarburi solventi sono contenuti nel petrolio e suoi derivati presenti nella vita quotidiana, come la benzina, la vernice, le colle e la trielina, mentre i pesticidi comprendono composti organoclorurati e organofosfati.

Ecco le nuove raccomandazioni sui criteri diagnostici , le possibili terapie, i trattamenti  neurochirurgici e l’utilizzo delle staminali

E’ stata presentata lunedì all’Istituto superiore di sanità la nuova “Linea guida  sulla diagnosi e terapia della malattia di Parkinson”. Si tratta sia di un aggiornamento della versione pubblicata nel 2010 dallo Scottish intercollegiate guidelines network (Sign) per la diagnosi e i trattamenti farmacologici,  sia  della valutazione, per la prima volta, in una visione di sanità pubblica, delle questioni inerenti l’opportunità di un trattamento riabilitativo, chirurgico e di una terapia a base di cellule staminali.

Lo sostengono un gruppo di ricercatori dell’Università di Tel Aviv: il mannitolo, uno zucchero molto comune, potrebbe rappresentare un nuovo approccio terapeutico per la malattia di Parkinson.
Il mannitolo, già approvato negli USA come diuretico e coadiuvante per permettere ai farmaci di attraversare la barriera ematoencefalica, sembra essere anche in grado di prevenire che la proteina alfa-sinucleina si sviluppi eccessivamente, formando degli accumuli che danneggiano neuroni e mitocondri, innescando la sintomatologia tipica della patologia.

Si potrebbe usare anche per controllare gli effetti collaterali della Levadopa, ora che si è stabilito che interrompere il trattamento non è consigliabile

Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine la stimolazione elettrica del nucleo cerebrale subtalamico ridurrebbe la disabilità motoria nei pazienti affetti da malattia di Parkinson con gravi complicanze, insorte anche a seguito del trattamento con il farmaco Levodopa. I ricercatori hanno ipotizzato che la neurostimolazione sarebbe utile se applicata nella fase iniziale della malattia di Parkinson.

Phoenix - Una nuova ricerca condotta presso la Mayo Clinic dell’Arizona suggerisce che la malattia di Parkinson può essere diagnosticata grazie a un test sulle ghiandole salivari. Lo studio sarà presentato al prossimo meeting della American Academy of Neurology, che si svolgerà nel mese di marzo.

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