Secondo un sondaggio, solo il 30% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul trattamento al momento della diagnosi. La metà degli intervistati ha indicato di non aver mai discusso con un medico riguardo agli studi clinici

WASHINGTON (U.S.A.) – È stato putroppo stabilito, da tempo, che il cancro al pancreas ha una prognosi infausta. Per molti pazienti, i trattamenti attivi sono in grado di migliorare l'esito clinico del paziente, come la sopravvivenza globale e il controllo dei sintomi. Tuttavia, ci sono prove che il cancro del pancreas sia sottotrattato, anche nei pazienti con malattia resecabile. Inoltre, anche se la partecipazione ad una sperimentazione clinica è raccomandata dalle linee guida attuali, i dati recenti suggeriscono che la partecipazione dei pazienti agli studi in corso è al di sotto dell'obiettivo globale.

Un sondaggio, preparato dal Pancreatic Cancer Action Network con un finanziamento fornito da Celgene Corporation, è stato distribuito ai pazienti affetti da cancro al pancreas e a chi si prendeva cura di loro. I risultati dell'indagine sono stati pubblicati sul Journal of Gastrointestinal Oncology. Il sondaggio, di 70 domande, è stato completato tra il 30 luglio 2013 e il 18 settembre 2013 da parte degli intervistati negli Stati Uniti. L'obiettivo di questa analisi era quello di valutare le interazioni del paziente e dei caregiver con i medici riguardo ai trattamenti e alla partecipazione agli studi clinici.

L'indagine è stata completata da 184 pazienti e 213 caregiver (non necessariamente accoppiati). La qualità della vita, l'estensione della sopravvivenza e la gestione dei sintomi sono stati identificati come le più importanti preoccupazioni, sia tra i pazienti che fra i caregiver. La stragrande maggioranza degli intervistati (il 94,9%) ha riferito che il paziente ha seguito le raccomandazioni del medico riguardo al trattamento.

Circa il 30% degli intervistati ha indicato che il medico diagnosta presentò le diverse opzioni di trattamento al momento della diagnosi. Tra gli intervistati che hanno dichiarato di non aver ricevuto queste informazioni, il 20,4% ha dichiarato che nessun medico aveva mai parlato con loro delle varie opzioni di trattamento. La maggior parte degli intervistati (l'83,1%) ha riferito che il paziente si era sottoposto alla chemioterapia per il cancro al pancreas.

Circa la metà degli intervistati (il 49,1%) ha indicato di non aver mai discusso degli studi clinici con un medico. Il dodici per cento degli intervistati ha riferito che il paziente ha partecipato ad una sperimentazione clinica. In questi casi, i medici sono stati indicati come la fonte primaria di informazioni sulla sperimentazione, nell'80,4% dei casi. La familiarità con “Patient Central”, un servizio di supporto offerto dal Pancreatic Cancer Action Network, è stata associata a più alti tassi di trattamento ricevuto, ricerca in Internet di informazioni sulle sperimentazioni, e partecipazione agli studi clinici.

I risultati di questo studio suggeriscono che un gran numero di pazienti e caregiver non avevano mai discusso con i medici circa i trattamenti del cancro al pancreas o le sperimentazioni cliniche. Il punto sulle sperimentazioni assume ancora maggiore importanza se si considera che i pazienti che partecipano a studi clinici riportano esiti migliori rispetto a coloro che ricevono lo stesso trattamento al di fuori degli studi. L'aumento dei colloqui con i pazienti potrebbe potenzialmente aumentare il trattamento e la partecipazione ai trial, possibilmente migliorando le priorità dichiarate dal paziente e dal caregiver: la qualità della vita, l'estensione della sopravvivenza e la gestione dei sintomi.

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