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Il mieloma multiplo (MM) è un tumore del midollo osseo, più frequente negli uomini che nelle donne, e si presenta nella larga maggioranza dei casi dopo i 60 anni. La malattia è causata dal danneggiamento del DNA di alcune plasmacellule, cellule immunitarie che hanno la funzione di produrre anticorpi e difenderci dalle infezioni. Le cellule del mieloma sono caratterizzate dalla produzione in eccesso di un anticorpo, noto come paraproteina o Componente M, che viene rilevato nel siero del paziente e facilita la diagnosi. Inoltre, viene prodotta anche una grande quantità di citochine, segnali dell’infiammazione, che possono interferire con la formazione delle altre cellule del sangue o con la sintesi di osteoclasti, le cellule dell’osso, innescando fragilità e fratture ossee tipiche di questa forma tumorale.

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Massimo Offidani

Il dott. Massimo Offidani (Ancona) spiega quali sono le attuali opzioni terapeutiche e quali le novità in arrivo

Nell’ambiente medico viene spesso definita come una malattia per cui c’è una cura ma da cui non si guarisce mai. Parliamo del mieloma multiplo (MM), patologia tra le più note e diffuse all’interno dell’insieme delle malattie immunoproliferative. Infatti, nonostante esistano diverse scelte terapeutiche per affrontare questa forma tumorale, l’altissima probabilità di recidiva tende a neutralizzarne l’effetto, facendo precipitare i pazienti in un baratro di sfiducia e frustrazione e, purtroppo, condizionando gravemente le loro probabilità di sopravvivenza.

COVID-19 e mieloma multiplo

L’indagine è promossa dalla Fondazione EMN Italy Onlus in collaborazione con European Myeloma Network International

Torino – La Fondazione EMN Italy Onlus, realtà italiana impegnata nella ricerca clinica e scientifica e nel supporto ai pazienti affetti da mieloma multiplo, in questi difficili mesi di emergenza COVID-19 ha intensificato il suo impegno verso questi soggetti più fragili e ha avviato, in collaborazione con EMN (European Myeloma Network International), un’iniziativa di raccolta dati (uno studio osservazionale) a livello europeo nei pazienti con mieloma che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2

Approvazione

La molecola, impiegata in combinazione, ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione di malattia o morte

Milano – La Commissione Europea ha approvato isatuximab in combinazione con pomalidomide e desametasone (pom-dex), per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo (MM) recidivante refrattario che hanno ricevuto almeno due precedenti terapie, tra cui lenalidomide e un inibitore del proteasoma, e con progressione della malattia durante l’ultima terapia. Isatuximab è un anticorpo monoclonale che si lega a uno specifico epitopo del recettore CD38 sulle cellule di mieloma multiplo.

Approvazione

Il farmaco, in combinazione con pom-dex, ha ridotto significativamente il rischio di progressione di malattia o di morte

Milano – Il Comitato dei Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha espresso parere positivo per isatuximab. Il CHMP ne ha raccomandato l’approvazione in Europa in combinazione con pomalidomide e desametasone (pom-dex), per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivante refrattario (RRMM) che hanno ricevuto almeno due precedenti terapie, tra cui lenalidomide e un inibitore del proteasoma e con progressione della malattia durante l’ultima terapia.

FDA

La molecola, in combinazione con pomalidomide e desametasone, ha ridotto il rischio di progressione della malattia

Milano – La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato il farmaco isatuximab in combinazione con pomalidomide e desametasone (pom-dex) per il trattamento di adulti con mieloma multiplo recidivante e refrattario (RRMM) che hanno ricevuto almeno due precedenti terapie tra cui lenalidomide e un inibitore del proteasoma. Isatuximab è un anticorpo monoclonale che si lega ai recettori CD38 sulla superficie delle cellule del mieloma multiplo.

Ospedale San Raffaele di Milano

Il trattamento verrà sperimentato anche in pazienti affetti da leucemia mieloide acuta

Milano – Dopo aver ricevuto l’approvazione ufficiale di AIFA, è partito il primo studio clinico con terapia CAR-T CD44v6 per la il mieloma multiplo (MM) e la leucemia mieloide acuta (AML) all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Il primo paziente, affetto da MM, è stato trattato poche settimane fa e non ha manifestato nessuna reazione avversa, come ha dichiarato durante lo European CAR-T Cell Meeting, in corso a Barcellona, Fabio Ciceri, professore di Ematologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e primario dell’Unità di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo, quale Principal Investigator dello studio internazionale multicentrico di Fase I/II.

Lo sfigmomanometro utilizzato nello studio EMN20

Per il monitoraggio dei 340 pazienti arruolati verrà utilizzata una App che comunicherà i dati a un server centrale e al personale medico

È stato arruolato in questi giorni, presso il centro di Ravenna (Ospedale S. Maria delle Croci) il primo paziente per lo studio EMN20, promosso da Fonesa e il cui investigatore principale è la dr.ssa Sara Bringhen, ematologa presso l'A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino. Si tratta di uno studio clinico randomizzato di Fase III, a cui possono partecipare i pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo definiti anziani (età dai 65 anni in su) considerati ‘fit’ (cioè che non presentano disabilità o più patologie contemporaneamente) o ‘intermediate fit’, secondo lo score dell'International Myeloma Working Group (IMWG).

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