Il prof. Angelo Paolo Dei Tos (Padova): “La Regione Veneto si sta dimostrando molto attiva nel predisporre dei PDTA per un gran numero di malattie”
PADOVA – Il carcinoma a cellule di Merkel è una rara neoplasia cutanea, descritta per la prima volta da Toker nel 1972. Un tumore aggressivo, la cui mortalità supera di due volte quella del melanoma maligno. Come per tutte le patologie rare, i dati epidemiologici sono a rischio di sottostima, tuttavia l'incidenza annua in Europa è ritenuta aggirarsi sui 0,13 casi su 100.000.
“Un dato al quale hanno contribuito anche i registri italiani, inferiore a quello degli Stati Uniti (0,8) o dell'Australia (1,5-1,6)”, precisa il professor Angelo Paolo Dei Tos, Ordinario di Anatomia Patologica presso il Dipartimento di Medicina dell'Università di Padova e Direttore dell'U.O.C. Anatomia Patologica ULSS 2 Regione Veneto. “Sono dati accettati ma suscettibili di variazioni: si ritiene ci sia una sottostima legata a potenziali sottodiagnosi”.
Il carcinoma a cellule di Merkel colpisce maggiormente il sesso maschile, sopra i 60 anni, e si divide in due categorie principali: l'80% dei casi è legato al poliomavirus, e il 20% all'esposizione a raggi ultravioletti, questi ultimi facilmente identificabili in quanto lasciano delle alterazioni genomiche, quasi come delle “impronte digitali”.
In Italia i casi potrebbero essere più di 70 all'anno, ma solo nel Centro del prof. Dei Tos si osservano 10-15 casi l'anno. Una sicura sovraesposizione, dato che la struttura centralizza nell'ambito della Rete Nazionale Tumori Rari la diagnosi istologica di circa 3.000 casi di neoplasie rare l'anno. Rilevato principalmente dal dermatologo, dal chirurgo plastico o dal medico di base, questo tumore cresce rapidamente, nel giro di pochi mesi, a differenza ad esempio del cancro alla mammella, che può non presentare sintomi per anni.
“La sopravvivenza a 5 anni – continua Dei Tos – per una neoplasia di Merkel localizzata solo cutanea è del 64%, per una malattia metastatica linfonodale del 39%, se invece questa è metastatica sistemica, scende al 18%. La mortalità globale si attesta sul 33-46%”.
Il professore, che fa parte del coordinamento della Rete Oncologica Veneta, è stato recentemente coinvolto in un gruppo di lavoro a livello nazionale promosso da CREA Sanità, il cui compito sarà indagare ulteriormente sull'epidemiologia per comprendere meglio l'impatto di questo tumore sui pazienti. “La Regione Veneto – conclude Dei Tos – si sta dimostrando molto attiva nel predisporre dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) per un gran numero di malattie, da quelle più diffuse a quelle più rare”.
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