La leucemia mieloide acuta è una neoplasia maligna che si sviluppa a partire dal midollo osseo e che progredisce rapidamente. In base ai dati dell’AIRTUM, Associazione Italiana Registri Tumori si possono stimare poco più di 2.000 nuovi casi di leucemia mieloide acuta ogni anno in Italia: 1.200 tra gli uomini e 900 tra le donne.
La malattia è più comune negli uomini che nelle donne e negli adulti con più di 60 anni. È poco frequente prima dei 45 anni e nel nostro Paese rappresenta il 13% delle leucemie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni.
Per i pazienti con leucemia mieloide acuta in prima remissione completa, sebbene sia assolutamente chiaro che la terapia post-remissione è necessaria per ottenere una sopravvivenza a lungo termine libera da malattia, non è del tutto chiaro quale forma il trattamento dovrebbe avere.
“Alte dosi di citarabina sono chiaramente efficaci e vi è sicuramente una relazione dose-risposta fra citarabina e durata della remissione”, scrive il dr. Peter H. Wiernik, fondatore della Cancer Research Foundation di New York, in un articolo pubblicato sulla rivista Current Treatment Options in Oncology.
Le alte dosi di citarabina, però, sono efficaci per i pazienti più giovani, ma non per quelli anziani. Il farmaco, inoltre, è efficace per i pazienti con una citogenetica favorevole, ma non è chiaro se lo sia per i pazienti con citogenetica intermedia o sfavorevole. Infine – conclude il dr. Wiernik – non è chiaro quale sia il dosaggio e lo schema più efficace e meno tossico della citarabina ad alte dosi.
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