Il cervello lavora in maniera più efficiente grazie allo sforzo fisico leggero, ne consegue una minore percezione del dolore e un miglioramento della qualità della vita
La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una patologia cronica caratterizzata da dolori cronici diffusi, affaticamento intenso e disturbi del sonno, che spesso si associano ad ansia o depressione ed altri disturbi che possono comprendere anche deficit cognitivi. Molto spesso i trattamenti farmacologici non hanno successo per i pazienti affetti da fibromialgia, ma un recente studio sostiene che l'esercizio fisico possa rappresentare un'ottima terapia coadiuvante. La ricerca, presentata pochi settimane fa al Congresso annuale della Society of Neuroscience, sostiene infatti che sei settimane di esercizio fisico aerobico possano alleviare il dolore dei pazienti affetti da fibromialgia quando interrompono la terapia con analgesici, migliorandone anche sensibilmente la memoria a breve termine.
Il team di ricerca capitanato da Brian Walitt, direttore del Fibromyalgia Evaluation and Research Center al Georgetown University Medical Center, ha valutato i cambiamenti dell'attività neuronale di 9 donne affette dalla sindrome fibromialgica alle quali è stato chiesto di sospendere le terapie farmacologiche per 6 settimane e di effettuare 6 settimane di esercizio fisico aerobico. La risonanza magnetica funzionale, eseguita in quattro diverse fasi per ogni paziente, ha riscontrato un aumento dell'attivazione della regione superiore mediale frontale sinistra, di quella dorsale laterale prefrontale sinistra e di altre aree cerebrali correlate a tasks motori o cognitivi.
Pare quindi che il cervello lavori in maniera più efficiente grazie all'esercizio fisico, e che la percezione del dolore conseguente sia minore. I medici hanno infatti riscontrato, dopo il periodo di esercizio fisico, una minore attività nelle aree responsabili della percezione del dolore. Si tratta in definitiva di un nuovo approccio terapeutico per la fibromialgia che, associato al trattamento farmacologico, può rappresentare un miglioramento della qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti.
La fibromialgia è una patologia cronica, con prevalenza stimata in 2-5 per cento, con una frequenza molto più alta nelle donne. I fattori scatenanti sono spesso traumi psicologici o fisici e i dolori sono permanenti e spesso disabilitanti. Nella quasi totalità dei pazienti sono presenti astenia e disturbi del sonno, altri sintomi comprendono la sindrome dell'intestino irritabile, l'emicrania o la cefalea da tensione, i dolori pelvici, la sindrome della vescica irritabile, le disfunzioni a carico della mascella, l’ipotensione ortostatica e i disturbi fisiologici (ansia, depressione, pessimismo, chinesiofobia e deficit cognitivo). La causa della fibromialgia non è nota e la diagnosi viene posta per esclusione. Il trattamento farmacologico è sintomatico.
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