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La malattia, che colpisce circa 1 neonato su 100.000, provoca deformazioni facciali e agli arti

La sindrome di Pfeiffer è una rara malattia genetica caratterizzata dalla fusione prematura di alcune ossa del cranio (craniosinostosi). Descritta per la prima volta nel 1964, la malattia colpisce circa 1 neonato su 100.000.
Molte delle caratteristiche facciali tipiche della sindrome di Pfeiffer sono il risultato della fusione prematura che impedisce alle ossa del cranio di crescere normalmente, ma la malattia colpisce anche le ossa delle mani e dei piedi. La crescita abnorme di queste ossa porta ad avere occhi sporgenti (esoftalmo) e molto distanti fra loro (ipertelorismo), fronte alta, una mascella superiore sottosviluppata e un naso a becco. Più della metà dei bambini con sindrome di Pfeiffer soffrono di deficit all'udito, e anche i problemi dentali sono comuni.

Nelle persone con sindrome di Pfeiffer, il pollici e gli alluci sono ampi e piegati rispetto alle altre dita. È comune anche la presenza di dita delle mani e dei piedi insolitamente corte (brachidattilia), e ci può essere una fusione tra le dita (sindattilia). La sindrome di Pfeiffer è divisa in tre sottotipi: la prima forma, nota come “classica”, ha i sintomi appena descritti: la maggior parte delle persone con sottotipo 1 hanno un'intelligenza e un'aspettativa di vita normali.

I tipi 2 e 3 sono più gravi e spesso comportano problemi al sistema nervoso. La fusione prematura delle ossa del cranio, infatti, può limitare la crescita del cervello, portando a ritardo nello sviluppo e altri problemi neurologici. Il tipo 2 si distingue dal tipo 3 per la presenza della caratteristica testa “a forma di trifoglio”, causata da una più estesa fusione delle ossa del cranio.

La sindrome di Pfeiffer è il risultato di una mutazione nel gene FGFR1 o FGFR2. Questi geni forniscono istruzioni per produrre delle proteine note come recettori di crescita dei fibroblasti 1 e 2. Tra le loro molteplici funzioni, queste proteine segnalano alle cellule immature l'impulso a diventare cellule ossee durante lo sviluppo embrionale. Una mutazione nei geni FGFR1 o FGFR2 altera la funzione delle proteine e provoca una segnalazione prolungata, che può promuovere la fusione prematura delle ossa del cranio e influenzare lo sviluppo delle ossa delle mani e dei piedi. La sindrome di tipo 1 è causata da mutazioni in uno di questi geni, mentre i tipi 2 e 3 sono causati solo da mutazioni nel gene FGFR2, e non sono stati associati a cambiamenti nel gene FGFR1.

Questa condizione è ereditata con modalità autosomica dominante, il che significa che una copia alterata del gene in ogni cellula è sufficiente a causare la malattia. In alcuni casi, una persona affetta può ereditare la mutazione da un genitore affetto. In altri casi è il risultato di nuove mutazioni nel gene e si verifica in persone senza storia di malattia nella loro famiglia.

La diagnosi prenatale è possibile se l'ecografia evidenzia craniostenosi, ipertelorismo con proptosi o pollici larghi; il test genetico è poi importante per confermare la diagnosi. Il trattamento comprende la correzione chirurgica della craniostenosi in tempi successivi, ed è indicato un intervento chirurgico facciale ricostruttivo, per ridurre l'esoftalmo e lo sviluppo ridotto o incompleto (ipoplasia) della parte media del viso.
Sul database Orphanet è presente l'elenco dei principali centri di riferimento, in Italia e in Europa, che possono prendere in cura i pazienti con questa patologia.

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