Chiamata anche sindrome di Bernard-Soulier, colpisce una persona su un milione
Londra (UK) - Esistono malattie così rare da non essere note in tutte le loro varianti genotipiche e fenotipiche e ciò comporta una notevole difficoltà nel formulare una diagnosi corretta in tempi rapidi. Una di queste è la distrofia trombocitica emorragica, conosciuta come sindrome delle piastrine giganti ereditarie o sindrome di Bernard-Soulier (SBB), un rarissimo disturbo di tipo emorragico che colpisce circa un soggetto ogni milione di nati sani e si manifesta con segni clinici come sanguinamento mucocutaneo e ridotto numero di piastrine, le quali sono contraddistinte anche da dimensioni eccessive e forma sferica.
I sintomi legati alla SBB sono sostanzialmente ascrivibili a sanguinamento ma non sono infrequenti episodi di epistassi, emorragie gengivali, menorragie e sanguinamento gastrointestinale, dal momento che le piastrine dei soggetti malati non riescono ad aderire alle pareti dei vasi e a formare i coaguli che favoriscono l’emostasi.
La SBB è una malattia ereditaria, a trasmissione autosomica recessiva, all’origine della quale c’è una catena di disfunzioni legate al complesso GPIb-IX-V, formato da 4 subunità (GP1bA, GP1bB, GP5 e GP9) a livello delle quali sono state identificate alcune mutazioni in grado di provocare la malattia. Il complesso GPIb-IX-V è fondamentale per la formazione del tappo piastrinico perché, legandosi al fattore di von Willebrand, consente l’adesione delle piastrine nel punto in cui la parete del vaso risulta danneggiata e, inoltre, facilita la capacità della trombina di attivare le piastrine. Le mutazioni che causano la malattia sono state riscontrate principalmente nei geni che codificano per le subunità GP1bA, GP1bB e GP9, mentre non vi sono ancora evidenze scientifiche di mutazioni collegate alla subunità GP5.
Recentemente la rivistra scientifica Haemophilia ha pubblicato il lavoro di un gruppo di ricercatori inglesi del Guy's and St Thomas' NHS Foundation Trust di Londra, sul caso di una donna di 21 anni, originaria dello Zimbawe, che negli anni ha affrontato numerosi episodi di epistassi e menorragie. La paziente è anche affetta da epilessia, asma e ureterocele. Pur non riportando una storia familiare legata alla malattia, la donna è stata sottoposta ad approfonditi esami sia dell’apparato otorinolaringoiatrico e gastrointestinale e le è stata diagnosticata la porpora trombocitopenica autoimmune (ITP), una delle malattie contro cui si effettua diagnosi differenziale di SBB. La paziente, tuttavia, non ha risposto bene alla terapia a base di corticosteroidi ed è stata costretta ad un ulteriore ricovero in seguito a dolore addominale, ematuria e sanguinamento gastrointestinale. Gli esami di laboratorio hanno rilevato una condizione di macrotrombocitopenia senza infiltrazione neutrofila mentre i valori della coagulazione e del fattore di von Willebrand erano nella norma. Ulteriori analisi hanno messo in luce una difficoltà di agglutinazione delle piastrine in presenza di ristocetina (uno dei test diagnostici tipici della SBB), suggerendo un’analisi genetica e molecolare per confermare la diagnosi di SBB. Successivamente la paziente è stata sottoposta a trasfusioni e dimessa dopo 15 dalla cessazione dei sanguinamenti. Grazie all’analisi genetica è stato possibile constatare la presenza di una nuova mutazione (c.488 C>A), mai riportata in precedenza e che, con l’approfondimento ottenuto grazie alla consultazione del database 1000Genomes, si è rivelata caratteristica di alcune popolazioni dell’Africa. Inoltre, la mutazione era stata finora osservata solo in eterozigosi e mai in omozigosi e rappresenta una nuova ed importante variante patogenetica associata alla subunità GP9 del complesso GPIb-IX-V.
Il caso descritto dimostra che anche quando le manifestazioni fenotipiche della malattia non sono quelle più caratteristiche, l’origine ereditaria della malattia deve essere presa in seria considerazione, rimarcando con forza la necessità di effettuare una diagnosi differenziale ad ampio spettro che, nel caso specifico, conferma anche l’utilità del test della ristocetina nella diagnosi di SBB. Infine, la scoperta di una nuova variante genetica dimostra che esiste una sottopopolazione di pazienti con un livello quantitativo di complesso GPIb-IX-V nella norma ma con deficit funzionali che producono un fenotipo simile a quello della SBB.
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