Il centro si conferma per la sua competenza super specialistica nelle malformazioni complesse
Si chiama estrofia vescicale – epispadia (EEC) e comporta una serie di malformazioni vescicali, dell’apparato urinario e talvolta anche di quello genitale e scheletrico, molto gravi. La prevalenza di questa malattia non è nota – si parla di pochissimi casi – e la patologia, sulla quale si interviene per lo più per via chirurgica e con un approccio multidisciplinare, non è nemmeno riconosciuta tra le malattie rare esenti. In Italia c’è un centro particolarmente avanzato nella gestione di questi casi: è la Clinica Mangiagalli di Milano, dove nell’arco di pochi giorni sono stati eseguiti, con ottimi risultati, ben due interventi su pazienti affetti da questa malattia. Uno ha riguardato un bimbo ucraino di 8 mesi – che nonostante i protocolli lo prevedano non era ancora stato sottoposto ad intervento - l’altro, invece, una donna siciliana che nonostante da piccola fosse stata operata per EEC è riuscita a portare a termine la sua prima gravidanza.
Il bimbo ucraino operato a Milano era nato con una forma di EEC che, dicono i medici della Mangiagalli, comportava una grave e devastante anomalia di tutto il basso apparato urinario, dei genitali, della parete addominale inferiore e del bacino. “Il bimbo - spiega Gianantonio Manzoni, uno dei tre chirurghi che ha eseguito l'operazione - non era mai stato sottoposto ad alcun intervento correttivo nel periodo neonatale, contrariamente ai protocolli normalmente previsti. Questo ritardo ha reso tecnicamente ancora più complesso e più rischioso l'intervento”.
L'operazione, durata 9 ore e compiuta 2 settimane fa – ma resa nota solo due giorni fa - è pienamente riuscita grazie anche alla collaborazione di Philip Ransley di Londra, uno dei maggior esperti per la cura di questa malformazione. Ora il piccolo ucraino sarà seguito nel tempo, in attesa tra qualche anno di un nuovo intervento che ripristinerà definitivamente la continenza urinaria. In genere, infatti, è proprio la continenza urinaria che pur dopo l’intervento chirurgico per correggere la malformazione può in alcuni casi restare un problema.
La donna invece è stata sottoposta a un taglio cesareo, che ha portato felicemente alla nascita del piccolo Federico.
La mamma e il neonato sono già stati dimessi e felicemente ritornati in Sicilia. Da bambina era stata operata per le malformazioni EEC dagli stessi Ransley e Manzoni.
“Questi due eventi - conclude il direttore sanitario Anna Pavan - confermano come la nostra Fondazione rappresenti un Centro unico di eccellenza e di competenza super-specialistica per patologie malformative estremamente complesse. Le competenze multidisciplinari sono assolutamente indispensabili per poter garantire a questi sfortunati pazienti un'eccellenza e una continuità nella assistenza dalla nascita sino alla vita adulta”.
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