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Scoperti 78 nuovi microRNA, in futuro potenziali marcatori diagnostici e prognostici

Stando alle recenti scoperte i microRNA (piccolissimi RNA che intervengono nella regolazione della sintesi delle proteine) giocherebbero un ruolo fondamentale nella formazione delle neoplasie mieloproliferative. Questi microRNA sono localizzati nel citoplasma cellulare, sotto forma di complesse miscele di varianti. Grazie a una ricerca, pubblicata sulla rivista Blood, condotta in una linea cellulare derivata da un paziente con neoplasia mieloproliferativa cronica sono state identificate 78 nuove varianti di microRNA, tra le quali alcune varianti di moRNA, potenzialmente decisive per la patogenesi di queste forme tumorali.

Si tratta di neoplasie ematiche caratterizzate dalla crescita abnorme di diversi tipi di cellule del sangue che talora evolvono in una leucemia acuta e  per le quali le terapie attuali sono essenzialmente palliative. I ricercatori sono ora rivolti a comprendere il possibile ruolo patogenetico dei nuovi RNA scoperti e il loro uso come marcatori diagnostici e prognostici innovativi.
Lo studio fa parte di un progetto AIRC 5 per 1000 per la Medicina Molecolare sulle neoplasie mieloproliferative, è stato condotto da Alessandro Maria Vannucchi dell’Università di Firenze e condotto per buona parte a Padova, grazie anche a un finanziamento della Fondazione Cariparo.
Il team padovano è stato guidato dalla dottoressa Stefania Bortoluzzi e si è avvalso della collaborazione di oltre 100 ricercatori italiani, raccolti sotto l'acronimo di AGIMM. In particolare l'Ateneo modenese ha studiato il profilo di espressione dei microRNA e la loro modulazione in seguito al trattamento con Ruxolitinib, un farmaco innovativo recentemente entrato nella pratica clinica per la terapia delle neoplasie mieloproliferative croniche.
"Questa analisi - ha spiegato la prof.ssa Rossella Manfredini dell'Università di Modena e Reggio Emilia - ci ha permesso di identificare una serie di microRNA, molto espressi in leucemie ed altri tumori, la cui espressione viene spenta da questo farmaco. Ulteriori studi saranno necessari per verificare se e come questi meccanismi molecolari possano contribuire al meccanismo d'azione del Ruxolitinib".


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