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Petrangiolini (Cittadinanzattiva): “I biosimilari saranno prescritti di più perché hanno prezzo inferiore”

La cura dei malati che necessitano di costosi farmaci biologici – che per chiarezza non sono farmaci ‘naturali’ come si potrebbe credere ma di origine biotecnologica - non è dello stesso livello su tutto il territorio nazionale, perché nelle diverse Regioni italiane è differente l'accesso a tali farmaci e ai rispettivi biosimilari. Lo ha denunciato il 21 marzo scorso Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, nel suo intervento a una tavola rotonda promossa da Amgen nell'ambito del diciassettesimo Congresso dei Farmacisti Ospedalieri Europei in svolgimento a Milano.

In particolare, Petrangolini porta l'esempio di due Regioni, la Toscana e la Campania. “La prima - spiega - prevede l' acquisto di farmaci biotecnologici originatori e dei corrispondenti 'biosimilari ‘ (che in Italia costano il 40 per cento in meno), prevedendo la possibilità, per le persone già in trattamento con un determinato farmaco, di continuare ad assumerlo (anche se diverso da quello che, per quella patologia, sì è aggiudicato la gara). E anche per coloro che iniziano un trattamento per la prima volta è prevista in Toscana la possibilità di assumere un farmaco diverso, nel caso in cui il medico lo ritenga opportuno”.
In Campania invece, la Regione prevede che “tutti i medici prescrittori, all'atto della prescrizione di farmaci biologici, dovranno prediligere i farmaci biosimilari, con un obiettivo di risparmio medio per costo terapia di almeno il 40 per cento». E ogni diversa scelta terapeutica deve essere motivata. Il fatto è che “il biosimilare - dice Petrangolini - è un farmaco simile ma non identico al suo originatore. Proprio per questo la sostituibilità fra i due farmaci ha aperto un serio dibattito nella comunità scientifica, che la ammette solo nei nuovi pazienti, mentre per quelli già in trattamento con l'originatore, andrebbe garantita la continuità terapeutica”. All'obiezione che comunque la responsabilità dovrebbe essere del medico e che un paziente danneggiato potrebbe fargli causa, Petrangolini risponde: “Certamente è così, ma sono cose tanto complesse che il cittadino tende a non rendersi pienamente conto di ciò che si gioca sulla sua pelle”. Perché si tratta di farmaci avanzati, utili nel trattamento di malattie anche molto gravi come il cancro, dove a volte un farmaco o un altro può voler dire la vita o la morte.

In questa complessa questione, con tutto ciò che comporta in termini di sostituibilità, sicurezza, approvvigionamento dei prodotti, costi, personalizzazione dei trattamenti, “un ruolo importante - conclude il Segretario di Cittadinanzattiva - lo possono giocare i farmacisti ospedalieri, professionisti spesso sottoutilizzati che in un momento delicato come questo potrebbero garantire una tutela del cittadino, proprio per ciò che riguarda l'innovazione farmaceutica”.

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