Secondo una notizia riportata dal giornale on-line “Quotidiano Sanità” una biologa giapponese, Haruko Obokata, avrebbe messo a punto una nuova tecnica che permetterebbe, a partire da cellule somatiche adulte, di ottenere cellule staminali pluripotenti.
Stando alla ricercatrice sarebbe necessario sottoporre la cellula adulta ad un forte stress di breve durata, come ad esempio una variazione di pH. Le cellule così trattate sono chiamate cellule STAP (Stimulus Triggered Acquisition of Pluripotency).
Haruko Obokata, dopo diversi tentativi di laboratorio, avrebbe individuato i tre fattori di stress in grado di far esprimere alla cellula i marcatori di pluripotenzialità.
Questi tre fattori sarebbero: una tossina batterica che perfora la membrana cellulare, l’esposizione ad un basso pH e la compressione meccanica.
Il fatto di esprimere marcatori di pluripotenzialità non significa però che la cellula, ammettendo che sia ‘regredita’ verso lo stato embrionario, sia di nuovo in grado di ri-differenziarsi nei diversi tipi cellulari. Per dimostrare che le cellule STAP fossero realmente capaci di differenziarsi, la ricercatrice le ha iniettato all'interno di un embrione murino, marcandole con un colorante fluorescente.
Dai primi risultati ottenuti sembra davvero che le cellule marcate e differenziate siano state ritrovate nei diversi tessuti del topo.
E’ doveroso precisare che questi primi risultati hanno incontrato obiezioni da parte di altri scienziati che si sono chiesti se, in realtà, tali cellule differenziate non fossero il risultato di cellule pluri-potenti preesistenti a livello embrionale.
La giovane ricercatrice sarebbe stata comunque in grado di convincere gli scettici filmando il processo di realizzazione delle cellule STAP. Nonostante i commenti positivi che la sperimentazione ha ottenuto in ambito scientifico bisogna sottolineare che si tratta di risultati preliminari a cui dovranno far seguito ulteriori studi di conferma.
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