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Vaccino Covid-19, in quasi tutte le regioni via a prenotazioni dai 12 anni. Le società scientifiche: “vacciniamo i nostri bambini e ragazzi”

La SIPPS chiede di vaccinare tutti dai 12 anni. Da SIP, Società Italiana di Pediatria il documento ufficiale con le raccomandazioni. Dall'OPBG le risposte alle principali domande dei genitori

Praticamente tutte le regioni italiane hanno avviato le prenotazioni vaccinali per i ragazzi dai 12 anni (qui le modalità di prenotazione per regione) . Con qualche eccezione (Marche, Piemonte e Toscana al momento accettano prenotazioni solo dai 16 anni in su) si procede anche con le vaccinazioni della fascia di popolazione più giovane. Secondo i numeri del Governoo  siamo però ben lontani dagli obiettivi desiderati: attualmente solo il 40,5% della popolazione over 12 ha completato il ciclo di vaccinazione. Una percentuale ancora troppo bassa, per questo motivo le società scientifiche scendono in campo con comunicazioni alla cittadinanza e raccomandazioni ufficiali.

LE PREOCCUPAZIONI PIÙ COMUNI

Le obiezioni più comuni alle vaccinazioni, comunemente addotte nel rifiutare o procrastinare la vaccinazione sono più o meno sempre le stesse: la maggior parte dei ragazzi contrae la malattia da Covid-19 in forma leggera o asintomatica. In Italia su oltre 100.000 pazienti deceduti per covid, secondo dei dati non più recentissimi, 19 erano minorenni, e nella maggior parte dei casi si trattava di giovani con patologie pregresse.
I dati di letteratura sulle vaccinazioni pediatriche sono ancora relativamente scarsi e le segnalazioni di eventi avversi cardiaci rimbalzati sulle pagine della stampa internazionale non aiutano. In particolare la possibilità dell’aumento di casi di miocardite e pericardite dopo la vaccinazione, osservata in particolare tra gli adolescenti maschi e i giovani adulti di oltre 16 anni che hanno ricevuto il vaccino a mRNA (Pfizer-BioNTech o Moderna), ha allarmato ulteriormente.

Il 9 luglio il Comitato per la sicurezza dell'EMA (PRAC) ha concluso che miocardite e pericardite possono verificarsi in casi molto rari a seguito della vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax (Qui il documento ufficiale).

 
MALATTIA E COMPLICANZE FANNO PIÙ PAURA – IL MONITO DELLA SIPPS

La paura degli effetti collaterali è sempre alta, ma troppo spesso si tende a non considerare altrettanto attentamente i casi di complicanze. “Ci sono dati di letteratura sui bambini in età prescolare, scolare e adolescenziale che evidenziano come una percentuale di minorenni sviluppi la malattia in forma grave. Sono infatti migliaia i casi di sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-C), con bambini ricoverati che rischiano il decesso. In età pediatrica la mortalità da COVID-19 non è molto inferiore, anzi addirittura è più elevata di quella registrata in diverse malattie rare”.
Lo riferisce Nicola Principi, professore emerito di Pediatria dell’Università degli Studi di Milano e referente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che ha emesso un comunicato stampa per prendere posizione rispetto al parere emanato dalla Società tedesca di Pediatria e Medicina dell’Adolescenza, che supporta la raccomandazione del Robert Koch Institute di vaccinare solo i minori con particolari patologie preesistenti tra i 12 e i 17 anni o che vivono con persone adulte fragili, a rischio e che non possono essere vaccinate.


Al contrario, la SIPPS chiede una vaccinazione estensiva a tutti i soggetti dai 12 anni in su, sia sani che a rischio.

“La Società tedesca di Pediatria indica i soggetti a rischio come un eventuale target per la vaccinazione in età pediatrica - spiega  Principi- ma questa è una valutazione molto discutibile. Non è ben chiaro quali siano i soggetti a rischio in età pediatrica e non è corretto trasferire al bambino le valutazioni fatte nell'adulto: le stesse malattie che nell'adulto rappresentano un fattore di rischio, non è detto che siano dimostrate esserlo nel bambino. Non ci sono dati”.

SENZA VACCINI LE SCUOLE CHIDERANNO DI NUOVO

Se i minorenni non vengono vaccinati – aggiunge l’esperto - con la riapertura delle scuole ci sarà inevitabilmente una quota di questi che si infetterà, facendo tornare gli studenti alla didattica a distanza. L'unica soluzione percorribile è vaccinare tutti, tanto più che disponiamo di vaccini autorizzati in età superiore a 12 anni. Tra poco avremo anche quelli per i ragazzi under 12 che, auspichiamo, saranno utilizzati”, raccomanda Principi, fondatore della SITIP (Società Italiana di Infettivologia Pediatrica).

Più recenti i dati diffusi dalla SIP, società di Pediatria, che condivide la necessità di vaccinare tutti i bambini e ragazzi dai 12 anni d’età.

Nel nostro Paese tra tutti i casi (n= 4.218.979) ed i decessi (n=125.058) diagnosticati per Covid-19 al 09.06.2021, il 5,5% (n= 231.338) con 11 decessi, riguarda la fascia di età 0-9 anni, mentre il 9,6% (n= 406.460) con 15 decessi riguarda la fascia di età 10-19 anni. Su scala mondiale, questa popolazione ammonta a circa il 7% del totale dei casi confermati, con una distribuzione per classe d’età che aumenta progressivamente dall’età neonatale a quella adolescenziale, con la metà dei casi che si verifica in minori di età compresa tra 1 e 14 anni, mentre sono rari i casi nel primo anno di vita.

SOLO VACCINANDO TUTTI RIDUCIAMO IL RISCHIO VARIANTI – LE RACCOMANDAZIONI SIP

“Anche se la fascia pediatrica dai 12 anni in su risulta essere tra quelle meno colpite dal SARS-CoV2, recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato in tale fascia di età la presenza di gravi complicanze renali o di complicanze multisistemiche, anche al di là della ben codificata MIS-C, conseguenti ad un’infezione pauci- o asintomatica da SARS-CoV-2, come sta emergendo per l’adulto. – si legge nella nota - A questo si aggiunge che, in termini di sanità pubblica, la fascia di età pediatrica e adolescenziale può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nell’intera popolazione. Per questo, seppur l’obbiettivo primario della vaccinazione è quello di non sviluppare la malattia, l’opportunità di implementare un’offerta vaccinale universale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione dello stesso virus, ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso. Inoltre la tempestività del raggiungimento delle alte coperture vaccinali nelle fasce pediatriche ed adolescenziali permetterà anche di beneficiare di una prossima apertura dell’anno scolastico in sicurezza.

Per quanto attiene la strategia dell’implementazione dell’offerta vaccinale Covid-19 limitata solo a pazienti pediatrici con malattie pregresse, la Società Italiana di Pediatria, pur condividendo la priorità vaccinale per tali tipologie di categorie a rischio, non ritiene tale approccio valido ed efficace per contrastare l’attuale pandemia, che necessita piuttosto di un intervento vaccinale globale, in tutte le età e in tutti i Paesi del mondo.

La Società Italiana di Pediatria raccomanda dunque:

1) in linea con le vigenti raccomandazioni ministeriali, la vaccinazione Covid-19 per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni privi di controindicazioni per gli specifici vaccini autorizzati per età;

2) l’utilizzo di qualsiasi vaccino Covid-19 (purché approvato da EMA e da AIFA), secondo i tempi e le modalità di somministrazione previsti per le specifiche fasce di età;

3) la somministrazione del vaccino COVID 19 anche senza attenersi a specifici intervalli di tempo rispetto ai vaccini previsti dal vigente Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, se non quelli minimi necessari per valutare eventuali eventi avversi (15 giorni);

4) nel caso di minore con anamnesi di pregressa infezione da SARS-CoV-2, un intervallo di almeno 90 giorni tra la diagnosi di infezione o la somministrazione di eventuali anticorpi monoclonali e la prima somministrazione del vaccino Covid-19;

5) di non prescrivere farmaci finalizzati alla prevenzione degli eventuali eventi avversi postvaccinici;

6) di guidare gli adolescenti e le loro famiglie verso un percorso vaccinale libero e consapevole;

7) di informare i genitori circa le modalità per la gestione dei più frequenti segni e sintomi postvaccinici, ma soprattutto in merito alle tempistiche per contattare il proprio medico di riferimento per beneficiare di ulteriori specifiche informazioni;

8) di ribadire con forza agli adolescenti ed alle loro famiglie il valore del continuo e costante rispetto delle norme per il contenimento e la diffusione del SARS-CoV-2, anche dopo vaccinazione e fino a quando non verranno formalizzate specifiche indicazioni da parte degli Enti regolatori nazionali.

 

PER RISPONDERE AI DUBBI DEI GENITORI LE RISPOSTE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ

Le domande dei genitori restano comunque molte. Per questo motivo anche gli specialisti dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno risposto alle domande più frequenti, dedicando ai genitori questo approfondimento, che riportiamo solo parzialmente.

IL VACCINO È SICURO PER MIO FIGLIO?

Sì. Gli studi dimostrano che i vaccini COVID-19 sono sicuri ed efficaci. Come gli adulti, dopo la vaccinazione contro il COVID-19 i ragazzi possono avere alcuni effetti collaterali locali (dolore, gonfiore) o generali (febbre, malessere), che hanno breve durata (uno-due giorni). I ragazzi di età pari o superiore a 12 anni possono ora essere vaccinati contro COVID-19. La sicurezza di vaccini COVID-19 è stata attentamente monitorata inclusi studi nella fascia di età dai 12 anni in su. Suo figlio non può ammalarsi di COVID-19 vaccinandosi.

Perché DOVREI VACCINARE MIO FIGLIO?

La vaccinazione COVID-19 può aiutare a proteggere suo figlio dal contrarre la malattia COVID-19. Sebbene un minor numero di bambini e ragazzi si sia ammalato di COVID-19 rispetto agli adulti, i bambini possono essere infettati dal virus SARS-CoV-2, possono ammalarsi e possono diffondere il virus ad altri. In alcuni rari casi inoltre, l’infezione può determinare lo sviluppo di una forma di malattia infiammatoria che può risultare particolarmente aggressiva (MIS-C). Far vaccinare suo figlio aiuta a proteggere suo figlio e la sua famiglia. La vaccinazione è ora raccomandata per tutti i soggetti a partire dai 12 anni. Attualmente, il vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 è l'unico disponibile per la fascia di età 12-17 anni.

QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI PIÙ COMUNI?

Dopo aver effettuato il vaccino si possono avere alcuni effetti collaterali, che sono normali segni che il corpo sta costruendo una protezione contro la malattia. Gli effetti collaterali comuni sono dolore, arrossamento e gonfiore al braccio in cui si è fatta l'iniezione, nonché stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, brividi, febbre e nausea. Questi effetti collaterali potrebbero influire sulla capacità di svolgere le attività quotidiane, ma scompaiono in poche ore o giorniLe Agenzie regolatorie e la comunità scientifica continuano la sorveglianza per il rapido riconoscimento e la gestione di eventuali eventi avversi correlati al vaccino.

 

Leggi qui tutte le altre domande e risposte dedicate alla sicurezza e all’efficacia delle vaccinazioni, agli effetti collaterali, alla vaccinazione in presenza di patologie croniche respiratorie, allergie e molto altro ancora.

 Vi invitiamo inoltre ad ascoltare questa intervista, in cui  il direttore del dipartimento Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale dell'OPBG Alberto Villani approfondisce il tema delle vaccinazioni contro il Covid-19 negli adolescenti:

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