Coronavirus, Vaccino AstraZeneca, nessuna controindicazione di per malattie trombotiche ed emorragiche

Il Dr. Castaman: “Al momento non è stata dimostrata alcuna correlazione statisticamente significativa tra la sua somministrazione ed eventi trombotici”

A seguito delle numerose domande sulla sicurezza del vaccino anti-SARS-CoV-2 di AstraZeneca, ricevute nell’ambito del servizio L’Esperto Risponde Coronavirus da parte di pazienti affetti da malattie emorragiche congenite (MEC) come l’emofilia e Malattia di von Willebrand e da malattie trombotiche (pazienti con ad esempio Fattore V di Leiden, mutazione del gene della protrombina G20210A, mutazione MTHFR) Osservatorio Malattie Rare ha chiesto il parere del Dr. Giancarlo Castaman, Direttore del Centro Malattie Emorragiche, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze.

“E’ importantissimo in questo momento non farsi condizionare dalle fake news e fare riferimento alle linee guida raccomandate dalla scienza. La vaccinazione contro la COVID-19 – spiega il dr. Castaman - è l’unico modo per uscire da questa pandemia ed è sicuramente molto meno pericolosa delle gravi conseguenze veicolate dal virus SARS-CoV-2. I pazienti affetti da malattie trombotiche e da malattie emorragiche congenite non sono attualmente considerati “fragili” e non rientrano nella categoria prioritaria per la somministrazione del vaccino. Questo perché se infettati non hanno un aumentato rischio di essere vittime di complicanze rispetto alla popolazione sana."

Si riconferma, come anche indicato da AIFA, che sulla base delle conoscenze attuali non esistono controindicazioni specifiche all’effettuazione del vaccino AstraZeneca (o degli altri vaccini contro Sars-CoV-2), nemmeno in soggetti con trombofilia o pregressa trombosi o nelle donne che assumono pillola. Inoltre, non esistono indicazioni all’effettuazione di terapie profilattiche, prima o dopo l’effettuazione del vaccino, nemmeno in soggetti con trombofilia o pregressa trombosi, a meno che il trattamento antitrombotico non fosse già in atto per precedenti indicazioni. Sono stati segnalati rari casi di trombosi venosa cerebrale associati a piastrinopenia (con una incidenza di poco meno di 1 evento ogni milione di procedure) entro i 14 giorni successivi alla vaccinazione con vaccino AstraZeneca. I casi, alcuni fatali, hanno riguardato spesso donne di età inferiore a 55 anni, circostanza che potrebbe essere legata sia a una maggiore rappresentazione di tali soggetti nel gruppo dei vaccinati sia alla epidemiologia di tale rara manifestazione trombotica, che appunto colpisce con maggiore frequenza questa categoria di persone. La rarità della manifestazione, sia nella popolazione generale, che nella popolazione vaccinata rende problematica ogni valutazione statistica.

 La SISET (Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e la Trombosi) raccomanda l’istituzione di un registro apposito dove segnalare i casi di trombosi potenzialmente associati all’uso di questi vaccini.”

Dello stesso parere è AICE, Associazione Italiana Centri Emofilia, che sul suo sito riporta:

“Già a fine dicembre 2020, la World Federation of Hemophilia (WFH), la European Association for Haemophilia and Allied Disorders (EAHAD), l’European Haemophilia Consortium (EHC) e la National Hemophilia Foundation (NHF) hanno emanato linee di indirizzo relative alla vaccinazione anti- SARS-CoV-2 da attuarsi anche nella popolazione dei pazienti affetti da emofilia ed altre MEC. Tali indicazioni sono state ulteriormente dettagliate in una recente pubblicazione sulla rivista Haemophilia.

Esse sottolineano che i pazienti con emofilia e altre MEC non presentano un più elevato rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 e di sviluppare la malattia COVID-19, anche nelle sue forme più gravi. Tuttavia, qualora si renda necessaria l’ospedalizzazione ed un supporto ventilatorio, la loro gestione può divenire più complessa e richiede una stretta collaborazione con i Centri Specializzati nella cura e nella gestione dei pazienti affetti da emofilia ed altre MEC.

Ciononostante, non si ravvisa alcun elemento che suggerisca una priorità alla vaccinazione correlata all’essere affetto da emofilia o altra MEC, a meno che singoli soggetti non siano affetti da altre patologie che conferiscano loro un maggior rischio d’infezione e comparsa di sintomi da COVID-19, nel qual caso una priorità alla vaccinazione viene loro conferita in base ai principi stabiliti per le categorie di soggetti “vulnerabili”, come da piano vaccinale in vigore nel nostro Paese.

Nella seduta di giovedì 11 marzo scorso, presso la Camera dei Deputati, tuttavia, l’On. Nunzio Angiola ha presentato un’interrogazione a risposta scritta, rivolta al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute con cui veniva richiesto di includere le persone con malattia rara ad alta complessità ed i loro caregiver tra le categorie di soggetti da coprire in forma prioritaria, prevedendo inoltre la vaccinazione presso i centri di riferimento per le malattie rare.

Lo stesso tema è stato argomento di dibattito anche nell’incontro tra i malati rari e i Ministri per le Pari Opportunità e la Famiglia, per le Disabilità e quello per le Politiche Giovanili, organizzato dall’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare. L’On. Lisa Noja, membro di quest’ultimo, ha presentato una lettera al riguardo, indirizzata al Ministro della Salute e firmata da 40 associazioni e 104 parlamentari (al 15 marzo: 98 associazioni, 109 parlamentari e 115 privati cittadini).

QUALE VACCINO E' PIU' ADATTO PER LE PERSONE CON DIFETTI DELLA COAGULAZIONE, EMOFILIA O MEC?

Circa la scelta del tipo di vaccino, le stesse indicazioni a cura di WFH, EAHAD, EHC e U.S. NHF precisano che non sussistono motivi per preferire un vaccino piuttosto che un altro per i pazienti con emofilia o MEC. Gli adenovirus presenti nei vaccini a vettore virale già autorizzati all’uso (AstraZeneca e Janssen, sviluppato da Johnson&Johnson) non sono infatti utilizzati per la terapia genica dell’emofilia e non sono correlati ai virus adeno-associati (AAV) impiegati a tale scopo. Questi vaccini dunque non creano problemi in vista di un possibile accesso a future terapie geniche e nessuno dei vaccini anti-SARS-CoV-2 attualmente in sperimentazione prevede l’uso di AAV.”

Leggi anche: “Malattie emorragiche congenite, una guida alla vaccinazione anti-COVID



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