Fornitura di farmaci attraverso uso compassionevole e sperimentazione clinica in 12 centri italiani
Forte di una ricerca trentennale nell’ambito degli antivirali, negli anni scorsi Gilead aveva messo a punto una molecola - remdesivir - per trattare originariamente Ebola e successivamente SARS e MERS, altre tipologie di coronavirus che avevano colpito alcuni Paesi asiatici. Questa molecola aveva dato risultati promettenti in test di laboratorio e nei successivi limitati test sull’uomo. Mentre si stanno ancora conducendo ricerche cliniche per verificarne efficacia e sicurezza nel COVID-19, in virtù di questi primi risultati, e in assenza di altri trattamenti approvati, alcune centinaia di trattamenti sono stati forniti da Gilead in tutto il mondo gratuitamente in modalità “uso compassionevole individuale” per i pazienti affetti da COVID-19.
Remdesivir sta seguendo il corso degli studi clinici di Fase III per raccogliere dati su efficacia e sicurezza e poterne confermare l’indicazione come trattamento per il COVID-19. Per gli studi in corso, sono stati individuati e selezionati da AIFA 12 centri in tutta Italia con il maggior numero di pazienti. I dati raccolti serviranno a far avanzare le conoscenze scientifiche non solo in merito a efficacia e sicurezza di questa molecola, ma più in generale sul virus. Sono in corso ulteriori studi in collaborazione con enti come l’OMS e il National Institute of Allergic and Infectious Diseases (NIAID) statunitense. È bene precisare che, seppure con modalità diverse, sia per gli studi indipendenti che per gli studi promossi da Gilead, il farmaco remdesivir, alle strutture, arriva gratuitamente.
“In questo momento – spiega l’azienda in un comunicato - stiamo attivando un programma di uso compassionevole “di accesso allargato”, che prevede un iter più veloce rispetto all’uso compassionevole su base individuale. Tale programma è in fase di finalizzazione in collaborazione con AIFA e con il Ministero della Salute, a cui va la nostra riconoscenza per l’impegno profuso nell’accelerare i processi e la realizzazione dello stesso in tempi brevi. Da sempre al fianco della classe medica e degli infettivologi in particolare, abbiamo deciso di devolvere l’importo di 1,5 milioni di euro a favore delle strutture ospedaliere impegnate nella lotta al coronavirus attraverso la Protezione Civile. Inoltre, la cifra di 500.000 euro verrà destinata a progetti promossi da associazioni che necessitano di fondi per continuare la loro opera anche in questo momento di emergenza mondiale”.
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