MENU

Il mieloma multiplo (MM) è un tumore del midollo osseo, più frequente negli uomini che nelle donne, e si presenta nella larga maggioranza dei casi dopo i 60 anni. La malattia è causata dal danneggiamento del DNA di alcune plasmacellule, cellule immunitarie che hanno la funzione di produrre anticorpi e difenderci dalle infezioni. Le cellule del mieloma sono caratterizzate dalla produzione in eccesso di un anticorpo, noto come paraproteina o Componente M, che viene rilevato nel siero del paziente e facilita la diagnosi. Inoltre, viene prodotta anche una grande quantità di citochine, segnali dell’infiammazione, che possono interferire con la formazione delle altre cellule del sangue o con la sintesi di osteoclasti, le cellule dell’osso, innescando fragilità e fratture ossee tipiche di questa forma tumorale.

Per ulteriori approfondimenti sulla patologia clicca qui.

Sono quelli delle Aurora chinasi, uno studio dell’Università di Parma ne dimostra l’efficacia

Sono le cosiddette proteine Aurora chinasi e le IKK chinasi che, legandosi tra loro, creano una barriera per proteggere le cellule del mieloma multiplo dall’azione di alcuni farmaci antitumorali. Lo svela uno studio dell’Università di Parma, avviato nel 2010 e ora pubblicato sulla rivista Blood, che pone nuove basi biologiche per lo sviluppo di terapie efficaci contro questa aggressiva neoplasia.

Milano – Un lavoro a firma dei ricercatori del San Raffaele di Milano è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Blood. Lo studio, frutto del lavoro di un team multidisciplinare di ricercatori guidato dal Dott. Attilio Bondanza, responsabile dell’Unità di Immunoterapia delle Leucemie e finanziato da AIRC, ha messo a punto una nuova strategia per combattere la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo.

Lo studio di fase III MM-003 ha condotto lo scorso agosto all’approvazione da parte dell’EMA della terapia con lenalidomide e desametasone a basse dosi per pazienti con mieloma multiplo.

BOUDRY, Svizzera-  Celgene International, societa' interamente controllata da Celgene Corporation, ha annunciato che i risultati aggiornati dello studio di fase III MM-003, multicentrico, randomizzato e open-label, che studia l’efficacia del trattamento con lenalidomide in combinazione con desametasone a basse dosi, sono stati pubblicati dalla prestigiosa rivista The Lancet Oncology.
Lo studio coinvolge pazienti con mieloma multiplo refrattario o recidivo che non hanno ottenuto benefici terapeutici da trattamenti precedenti con bortezomib e lennalidomide, somministrati singolarmente o in regime combinato.

Un gruppo di Ricercatori dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture ha focalizzato la propria attenzione sulla leucemia plasmacellulare, una rara variante del mieloma multiplo.
Lo studio, “Lenalidomide and low dose dexamethasone for newly diagnosed primary plasma cell leukemia” è stato pubblicato su Leukemia e diretto dal Dottor Pellegrino Musto (Direttore Scientifico dell’Irccs-Crob).

USA - I ricercatori della Virginia Commonwealth University - Massey Cancer Center hanno portato a termine uno studio innovativo, pubblicato su Organic & Biomolecular Chemistry .
Combinando la talidomide con una pianta dallo scopo alimentare e officinale, gli scienziati hanno creato molecole ibride che sembrano essere efficaci nel trattamento del mieloma multiplo. Si tratta della curcumina, un colorante alimentare derivato dalla curcuma, usato per impartire alle preparazioni un colore giallo simile a quello dello zafferano.

I pazienti con mieloma multiplo non sintomatico di prima diagnosi (chiamate forme smoldering), sembrano trarre grande beneficio dalla terapia con il farmaco lenalidomide. Secondo i dati di uno studio di fase III pubblicato sul New England Journal of Medicine Il farmaco è in grado di ridurre la mortalità e la progressione della malattia in questi pazienti, per i quali l’approccio attuale è quello dell’osservazione attenta senza trattamento (watchful waiting).

UE - Un nuovo farmaco è ora a disposizione per i pazienti colpiti dal mieloma multiplo, una rara forma di tumore del midollo osseo che colpisce per lo più pazienti anziani. Si tratta del pomalidomide, farmaco che potrà essere utilizzato in pazienti che hanno già ricevuto almeno due trattamenti, compresi lenalidomide e bortezomib, e che nonostante questi farmaci hanno manifestato la malattia in progressione.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Con il contributo non condizionante di

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni