La cura inaspettata

Il volume, scritto da Alessandro Aiuti e Annamaria Zaccheddu, accende i riflettori su una pagina importante della ricerca italiana

Milano Per molto tempo l’HIV è stato considerato un nemico invincibile. Oggi non solo esistono terapie che permettono alle persone sieropositive di vivere una vita normale, ma i ricercatori sono riusciti a sfruttare le caratteristiche di questo virus per trasformarlo in un farmaco di precisione. Da malattia a cura, grazie anche al contributo di due medici e scienziati italiani, padre e figlio. A raccontarlo in prima persona nel libro “La cura inaspettata”, edito da Mondadori, è Alessandro Aiuti, vicedirettore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) di Milano, insieme ad Annamaria Zaccheddu, divulgatrice scientifica della Fondazione Telethon.

Il padre di Aiuti, Fernando (1935-2019), è stato uno dei primi in Italia a occuparsi di AIDS, tanto dal punto di vista medico e scientifico quanto nella lotta allo stigma che circondava i malati: celebre ancora oggi è la foto in cui bacia una donna sieropositiva – Rosaria Iardino, oggi presidente della Fondazione The Bridge – per dimostrare come la saliva non fosse un veicolo di infezione. È stato inoltre tra i fondatori dell’ANLAIDS, la prima associazione nata in Italia per contrastare la diffusione dell’HIV/AIDS.

Il figlio Alessandro ne ha poi raccolto il testimone, diventando un ricercatore di frontiera nel campo della terapia genica e sfruttando una versione ‘riveduta e corretta’ dell’HIV per riscrivere la storia delle malattie genetiche. Fin dal 1996 lavora all’SR-Tiget, istituto di ricerca nato grazie alla joint venture tra l’Ospedale San Raffaele e la Fondazione Telethon: diretto da Luigi Naldini, proprio lo scienziato che per primo ha dimostrato la possibilità di sfruttare l’HIV per costruire vettori di geni terapeutici, questo istituto è oggi tra i protagonisti assoluti nel campo delle terapie avanzate a livello internazionale.

Attraverso il punto di vista di padre e figlio, “La cura inaspettata” ricostruisce quarant’anni di ricerca sull’HIV: dalla sua identificazione alla scoperta dei farmaci antiretrovirali, all’utilizzo di una versione ‘innocua’ del virus nella terapia genica alle questioni ancora aperte in termini scientifici e di accesso alle terapie. Il tutto attraverso le storie di personaggi famosi che hanno segnato l’immaginario collettivo, come Freddie Mercury, Lady Diana, Madre Teresa di Calcutta o Rudolf Nureyev. Non mancano poi le testimonianze originali di scienziati e medici, pazienti, organizzazioni e associazioni. In questa storia di scienza e famiglia viene messo in risalto il potere della ricerca nell’offrire soluzioni sorprendenti, il ruolo di personaggi famosi e mezzi di informazione nell’influenzare l’opinione pubblica anche in ambito sanitario, la diffusione di fake news, l’emergere di sedicenti terapie alternative, il negazionismo, l’importanza della relazione umana tra medici e pazienti, le diseguaglianze tuttora esistenti nell’accesso alle cure: dinamiche quanto mai attuali, anche alla luce della recente esperienza vissuta con la pandemia di COVID-19. Il volume, infine, spiega come la ricerca italiana abbia avuto un ruolo cruciale nel trasformare il responsabile della “peste del secolo” in un farmaco salvavita contro malattie genetiche rare e tumori.

Gli autori hanno deciso di donare i proventi del libro a Fondazione Telethon e ANLAIDS

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