La proteina potrebbe essere la base per nuovi farmaci e per marker diagnostici
La proteina FKBP52 può impedire l’iperfosforilazione della proteina Tau, caratteristica di molte malattie neurodegenerative, tra cui il morbo di Alzheimer. Grazie a questa scoperta potrebbero essere sviluppati dei marker diagnostici precoci e nuovi farmaci potenzialmente efficaci.
Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease ha per la prima volta dimostrato che la proteina FKBP52, scoperta dal Prof. Etienne Baulieu venti anni fa, può impedire l'iperfosforilazione di proteina Tau. Questa ricerca è stata svolto dal professor Etienne Baulieu e il suo team di ricerca francese. Il meccanismo della tossicità legato alla proteina TAU non è noto, ma è stato provato che molte malattie neurodegenerative siano caratterizzate dalla deposizione di forme patologiche della proteina Tau iperfosforilata, in strutture note come “ grovigli Tau”.
Il professor Baulieu aveva già scoperto nel 2010 un’interazione tra la proteina Tau e la proteina FKBP52, ma la nuova ricerca sviluppa un livello successivo, dimostrando una correlazione diretta tra alti livelli di proteina Tau iperfosorilata e diminuzione dei livelli di FKBP52, nelle cellule cerebrali di pazienti che sono morti a seguito di malattia di Alzheimer, rispetto alle cellule cerebrali di pazienti sani. Questo suggerisce che FKBP52 sia in grado di controllare la produzione eccessiva di Tau patogena. Quando la proteina FKBP52 è ridotta, nelle cellule nervose dei pazienti con Alzheimer, la proteina Tau patogena è libera di accumularsi e contribuire alla degenerazione delle cellule cerebrali.
La misurazione precoce dei livelli di FKBP52 potrebbe quindi costituire la base di un test predittivo per la malattia di Alzheimer prima della comparsa dei sintomi clinici, e di nuovi composti farmacologici a base di FKBP52 potrebbero rappresentare i nuovi trattamenti per modulare la malattia.
Commentando questa nuova ricerca, il professor Baulieu ha dichiarato "La ricerca sulle Tau è stata molto limitata, e fino a poco tempo fa, ero tra i pochi scienziati ad occuparmene. Per ora la proteina FBBP52 è l’unica potenziale arma della quale disponiamo e credo che questo sia un passo avanti verso lo sviluppo di un trattamento efficace e possibili test predittivi per la malattia di Alzheimer. "
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