La nota del Ministero, datata 8 marzo esplicita la garanzia del pieno accesso alle vaccinazioni per le persone con Sindrome di Down e i disabili gravi certificati ai sensi di legge
La Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con disabilità) all’inizio del mese di dicembre 2020 hanno inviato una lettera al Ministro della salute Roberto Speranza per chiedere chiarezza circa i tempi e le modalità della somministrazione dei vaccini alle persone con disabilità.
Nella lettera veniva chiesto esplicitamente di realizzare “con urgenza e certezza la garanzia e il pieno accesso alle cure e alla salute in condizione di sicurezza ed agibilità anche rispetto alle differenti disabilità, a partire dai futuri vaccini che dovranno essere garantiti per tutte le persone con disabilità e alle persone con quadri clinici di particolare rischio, e non solo per coloro che si trovano in stato di ricovero, nel rispetto della loro libertà di scelta individuale e di quella delle loro famiglie”.
Lo scorso mese di febbraio è stato rimodulato il Piano Vaccinale Nazionale e, anche in questa occasione, la Fish ha manifestato il proprio timore circa la
concreta possibilità che molti disabili potessero restare fuori dalle previsioni prospettate. Il Piano, infatti, per come è strutturato, rischia di escludere dalla vaccinazione tre quarti delle persone con disabilità.
La risposta del Ministro Roberto Speranza.
Il Ministro Speranza, con una nota dell’8 marzo, ha risposto alla richiesta di chiarimenti rispetto alla tempistica di somministrazione del vaccino anti-SARS- CoV-2 (nota del Ministro).
Nella nota si legge che “una volta completata la vaccinazione del personale sanitario, del personale operante e degli ospiti nelle strutture residenziali assistite e delle persone con età superiore agli 80 anni, nell’ottica di rispetto di principi di equità e di protezione della fragilità, si procederà a dare priorità ad alcune categorie di cittadini affetti da specifiche patologie valutate come particolarmente critiche.
Riguardo alle categorie a cui il vaccino verrà somministrato in via prioritaria, il Ministro sottolinea che “ fra di esse rientrano certamente i soggetti affetti da trisomia 21 costituzionale (Sindrome di Down, in ragione della loro parziale competenza immunologica e della assai frequente presenza di cardiopatie congenite sono da ritenersi fragili) e i soggetti affetti da disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica corrispondenti ai portatori di handicap gravi ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104”.
In proposito precisa che il sopra citato articolo prevede che “Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”.
Dunque il Ministro comprende tra le categorie da vaccinare prioritariamente i disabili in condizione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104/1992. E i disabili che non rientrano in tale categoria? Verranno vaccinati anche loro in via prioritaria?
La denuncia di OMAR
L’Italia è in piena campagna vaccinale anti covid-19 ma le persone con malattie rare, disabilità e i loro caregiver non sono stati posti in cima alla lista delle priorità vaccinali. Per questo Osservatorio Malattie Rare promuove l’iniziativa dell’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare e Alleanza Malattie Rare rivolta a dare priorità alle persone più vulnerabili.
E’ stata infatti presentata una lettera inviata al Ministro della Salute, aperta alle sottoscrizioni attraverso l’Osservatorio Malattie Rare e già siglata da 40 associazioni e ben 104 parlamentari. La lettera è stata citata ufficialmente durante l'Assemblea del Senato del 3 marzo 2021.
Domani, l’Osservatorio Malattie Rare (OMaR) sarà udito sul tema dei vaccini anti-Covid 19 presso la Commissione XII del Senato,“Igiene e sanità”, durante le audizioni informali.
Oltre al mancato inserimento di tutte le persone con disabilità e, più in generale, di tutte le persone con malattia rara nelle categorie prioritarie del piano vaccinale, vi è una grande confusione anche nella gestione delle campagne vaccinali nelle varie Regioni italiane. Le procedure che ciascuna Regione sta mettendo in atto nelle vaccinazioni rischia infatti di creare, come in alcuni casi sta già succedendo, una differenziazione delle patologie che non tiene conto delle reali fragilità dei pazienti, garantendo in tal modo la priorità nella somministrazione del vaccino solo ad alcune categorie vulnerabili e non a tutte le categorie vulnerabili. In alcuni casi, come la Campania, la vaccinazione per i soggetti più fragili non è stata neppure iniziata.
Ci auguriamo che vengano individuate quanto prima e con esattezza le categorie che hanno diritto al vaccino in via prioritaria che, senza dubbio, dovranno ricomprendere tutte le persone che hanno una disabilità (non soltanto quelle con una disabilità grave), tutti i malati rari e tutte le persone vertono in una condizione di fragilità e che venga attuato un piano per la somministrazione del vaccino omogeneo per tutte le Regioni.
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