Il codice di esenzione dell'epatite C è 016 (Malattie croniche – Epatite cronica attiva).

Prof.ssa Vincenza Calvaruso - epatite C

La prof.ssa Vincenza Calvaruso (AISF): “Fra le epatopatie rare, alcune lo sono solo a causa della bassa prevalenza, ma non hanno un codice specifico”

L'epatite C, in Italia, potrà mai diventare una malattia rara? Sì, e l'orizzonte temporale per raggiungere questo obiettivo – premessa per la completa eradicazione della patologia – è incoraggiante: solo pochi anni. Ne è convinta la prof.ssa Vincenza Calvaruso, segretario nazionale dell'Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF)

Prof. Massimo Andreoni - epatite C

Prof. Massimo Andreoni (SIMIT): “Grazie allo screening sono state intercettate e trattate oltre 10.000 infezioni, ma si ipotizza che ci siano ancora 200.000 pazienti non diagnosticati”

Le epatiti virali sono le epatopatie più diffuse al mondo e di fatto, ancora oggi, rappresentano uno dei principali problemi di sanità pubblica. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 80 milioni di persone nel mondo sono affette dal virus dell'epatite C (HCV), pari all'1,1% della popolazione mondiale, e nel nostro Paese si stima siano circa 200.000 gli individui portatori inconsapevoli del virus.

GM epatite

Essenziale allargare lo screening a tutte le coorti d’età della popolazione. Per l’occasione al via la campagna “Viral” di Gilead

Rinnovare i fondi per gli screening per l’epatite C che scadono il 31 dicembre 2023 e allargare le coorti d’età della popolazione da sottoporre al test. Questo il messaggio principale lanciato dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT e dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF per la Giornata Mondiale per le Epatiti promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come ogni anno per il 28 luglio. Come riportato dai dati AIFA, infatti, se all’11 luglio 2022 i pazienti avviati al trattamento per l’eradicazione del virus dell’epatite C erano 239.378, a un anno di distanza il 17 luglio 2023 sono 252.781: vi è stato un incremento di poco più di 13mila persone. Si tratta di un balzo in avanti significativo dopo la notevole flessione dovuta alla pandemia, ma non è ancora sufficiente per percorrere l’ultimo miglio necessario per l’eliminazione dell’infezione dal nostro Paese entro il 2030 come indicato dall’OMS. Per questo serve una collaborazione tra diversi attori in campo, dai diversi specialisti coinvolti alle istituzioni.

Ricerca

Si chiama Elecsys HCV Duo e permette una diagnosi significativamente precoce dell'infezione virale

Monza - Roche ha annunciato il lancio di Elecsys® HCV Duo, il primo test immunologico disponibile in commercio che consente la determinazione simultanea e indipendente dell’antigene e degli anticorpi del virus dell'epatite C (HCV) a partire da un singolo campione di plasma o siero. Il test può essere utilizzato per rilevare la fase iniziale dell'infezione, nelle fasi successive o in presenza di segni di un'infezione cronica che può portare ad altre patologie, come il tumore al fegato. Elecsys HCV Duo sarà distribuito nei Paesi che accettano la marcatura CE IVD: la disponibilità del test sul mercato italiano avverrà a partire da settembre 2022.

Antonio Gasbarrini e Nicola Coppola

Quasi 217mila i pazienti in carico, circa 15mila in più rispetto al 2019. L’approvazione dei fondi servirà ad impostare nuove strategie di screening

In questo 2020, anno del Nobel per la Medicina agli scienziati che scoprirono il virus HCV nel lontano 1989, si è purtroppo registrato un calo significativo dei pazienti avviati ai trattamenti. Sono 216.958, secondo i dati AIFA aggiornati al 14 dicembre, i pazienti affetti da epatite C avviati al trattamento per l’eradicazione del virus. Un numero importante, ma su cui è necessario operare una riflessione: il 30 dicembre 2019, ultimo rilevamento dello scorso anno, erano 201.734. Il 2020 si chiude dunque con poco più di 15mila nuovi pazienti, peraltro in buona parte trattati nelle prime settimane dell’anno, prima che scoppiasse la pandemia, e nell’ultimo trimestre.

Farmaci

Il farmaco è ora disponibile in Italia come terapia di 8 settimane anche per pazienti con cirrosi compensata e naïve al trattamento

Roma - AbbVie ha annunciato di aver ottenuto la rimborsabilità in Italia per glecaprevir/pibrentasvir (Maviret®) per la riduzione della durata della terapia da 12 a 8 settimane in pazienti con epatite C cronica, anche di genotipo 3, affetti da cirrosi compensata e naïve al trattamento. Glecaprevir/pibrentasvir era già indicato come regime pangenotipico (genotipi 1-6), della durata di 8 settimane, per pazienti non cirrotici affetti da epatite C e naïve rispetto al trattamento, e come regime terapeutico della durata di 8 settimane per pazienti affetti da HCV di genotipo 1, 2, 4, 5 e 6, con cirrosi compensata e non precedentemente trattati.

Prof. Massimo Galli

I test riguarderanno i nati nelle fasce d’età 1969-1989, le persone seguite dai Servizi Pubblici per Tossicodipendenze (SerT) e i detenuti in carcere

L’emendamento al Decreto Milleproroghe riguardante l’epatite C (HCV), a prima firma di Elena Carnevali, è stato approvato. Con questo provvedimento vengono stanziati 71,5 milioni di euro, nel biennio 2020-2021, per introdurre lo screening gratuito necessario a individuare i potenziali malati di epatite C, per l'eradicazione dell’HCV. Questi screening riguardano i nati nelle fasce d’età 1969-1989, gli individui seguiti dai Servizi Pubblici per Tossicodipendenze (SerT) e le persone detenute in carcere.

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