L’obiettivo è di valutare la strategia terapeutica sequenziale con inibitori della tirosin-chinasi
Ingelheim (GERMANIA) – Boehringer Ingelheim ha reso noto di aver completato l’arruolamento dei pazienti in GioTag, uno studio retrospettivo real life, basato sull’analisi di dati di cartelle cliniche/dati sanitari elettronici, volto a valutare l’impatto della terapia sequenziale in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) metastatico positivo per mutazioni del fattore di crescita epidermico (EGFR). Lo studio ha compreso in totale 204 pazienti in 10 paesi, sottoposti a terapia in sequenza con inibitori della tirosin-chinasi (TKI): afatinib come prima linea, seguito da osimertinib come seconda linea.
Lo studio è stato avviato a dicembre 2017 e ha avuto come endpoint primario il tempo in terapia con afatinib in prima linea, seguito da osimertinib, in pazienti che hanno sviluppato resistenza da mutazione T790M, trattati in contesti di vita reale.
L’obiettivo dello studio è di fornire conoscenze sulla strategia terapeutica sequenziale con inibitori della tirosin-chinasi dell’EGFR e il suo effetto nel ritardare la chemioterapia per contribuire a definire approcci terapeutici per il carcinoma polmonare non a piccole cellule positivo per mutazioni EGFR. I risultati si prevede verranno resi noti nel corso di quest’anno.
“Sono necessari approfondimenti sull’importanza della terapia sequenziale con inibitori della tirosin-chinasi dell’EGFR in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule positivo per mutazioni EGFR. Con la disponibilità di più opzioni terapeutiche, i clinici si troveranno a programmare oltre una linea di terapia mirata, avendo presente il quadro più generale sin dal momento della diagnosi”, ha commentato la Dottoressa Victoria Zazulina, Global Head of Solid Tumour Oncology, Medicine di Boehringer Ingelheim. “GioTag è uno degli approcci per produrre tali evidenze da contesti real life a integrazione dei risultati ottenuti negli studi clinici randomizzati e rispondere all’interrogativo sul sequenziamento”.
Le evidenze di vita reale rivestono un ruolo sempre più importante nell’accrescere le conoscenze della comunità oncologica sui farmaci antitumorali e sul loro impiego nei pazienti al di fuori dell’ambiente di studio clinico.
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