Secondo uno studio dell’Università di Milano la curcumina agisce sui meccanismi di proliferazione e rinnovamento delle cellule staminali neurali in modelli di malattia
Per secoli la medicina tradizionale (soprattutto quella orientale) si è affidata alle proprietà naturali delle piante per curare i più vari malanni di salute, a volte raggiungendo il proprio obiettivo e altre no. Ma la questione relativa alla potenziale efficacia di una sostanza - la curcumina - estratta da una pianta erbacea e utilizzata per curare una patologia neuromuscolare - l’atrofia muscolare spinale (SMA) - richiedeva uno studio meticoloso. Come quello realizzato dai ricercatori dell’Università Statale di Milano in collaborazione con i colleghi dell’Università di Pavia: insieme hanno osservato che la curcuma potrebbe essere d’aiuto per individui con SMA che non rispondono ai farmaci.
In un articolo di alcune settimane fa pubblicato sulla rivista International Journal of Molecular Sciences, i farmacologi italiani si sono soffermati sull’impatto delle sostanze antiossidanti su cellule staminali neurali in grado di differenziarsi in motoneuroni, registrando così alcuni effetti positivi della curcumina nei confronti delle cellule in un modello di SMA.
Caratteristica più evidente dell’atrofia muscolare spinale è la progressiva degenerazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale: coloro che sono affetti da questa malattia sperimentano una progressiva debolezza e vanno incontro a una forma di atrofia dei muscoli - soprattutto quelli degli arti inferiori e quelli respiratori - con gravi (quando non addirittura fatali) conseguenze. Da un punto di vista genetico la SMA è sostenuta da alterazioni a danno del gene SMN1, collocato sul braccio lungo del cromosoma 5, che determinano un’anomala produzione della proteina SMN. Sono state individuate diverse forme di malattia, dalle più gravi (SMA1, diagnosticata durante la gravidanza o alla nascita), a quelle che si manifestano dopo i primi mesi di vita (SMA2) o dopo alcuni anni (SMA3). Negli ultimi anni si sono moltiplicate le opzioni terapeutiche per il trattamento della SMA, grazie all’arrivo sul mercato di farmaci a RNA, come nusinersen e risdiplam, o della terapia genica, che oggi è disponibile in Italia anche per il trattamento di bambini con SMA2 fino a 13,5 kg e di pre-sintomatici con 3 copie del gene SMN2.
Tuttavia, i ricercatori italiani nel loro articolo hanno fatto notare che un fattore correlato alla patogenesi della SMA è lo stress ossidativo; infatti, le cosiddette specie reattive dell’ossigeno (ROS), tra cui anche i radicali liberi, sono coinvolte nelle vie di segnalazione cellulare e, a certi livelli, rimosse dai sistemi di difesa antiossidante. Poiché le cellule del sistema nervoso sono particolarmente sensibili allo stress ossidativo, i ricercatori italiani hanno pensato di indagare le possibili cause di ‘buchi’ in tali sistemi di difesa cellulare: di fatto, secondo precedenti ricerche lo stress ossidativo potrebbe influire proprio sui meccanismi di splicing dei geni SMN1 e SMN2.
La curcumina - estratta dalla Curcuma longa, una pianta diffusa soprattutto nel Medio Oriente e nel Sud-Est asiatico - ha un forte potere antiossidante e trova impiego sia nel settore della tintoria sia in campo alimentare; si tratta infatti di un estratto a cui la medicina tradizionale spesso ricorre proprio per le evidenti proprietà antinfiammatorie. Negli anni sono state elaborate diverse soluzioni per utilizzare la curcumina che è conosciuta anche come integratore alimentare e come una spezia da usare nel condimento di molti piatti.
Con il loro studio i ricercatori italiani hanno voluto descrivere le capacità proliferative, metaboliche e di automantenimento delle cellule staminali neurali ottenute da un modello murino di malattia, valutando l’impatto dell’integrazione di curcumina sia sulle cellule sane che su quelle malate. Essi hanno preso in considerazione diversi dosaggi di curcumina osservando come essa incrementasse il tasso di proliferazione delle cellule e la loro capacità di auto-rinnovarsi; inoltre, l’aggiunta di curcumina alle cellule aumentava in maniera significativa il grado di attività metabolica mitocondriale. È stato visto che la curcumina esercita un certo impatto sia sulle cellule neurali sane che su quelle che esprimono le caratteristiche della SMA e i ricercatori hanno ipotizzato che il trattamento a base di curcumina potesse incrementare i tassi di traslocazione di NRF2 nel nucleo: in precedenti ricerche era, infatti, emerso il ruolo della proteina NRF2 (Nuclear factor erythroid 2-Related Factor 2) nel legame di sostanze antiossidanti in un sito del gene SMN1.
“Abbiamo osservato che la curcumina produce un effetto benefico su diverse caratteristiche fisiologiche delle cellule neurali staminali”, scrivono gli autori. Il trattamento ha migliorato la proliferazione, la capacità di autorinnovamento e l’espressione di SMN sia nelle cellule sane che in quelle ottenute da tessuti malati di modello murino della malattia. “Abbiamo tentato di controbilanciare lo stress ossidativo delle cellule SMA per determinare se modulando questa situazione sia possibile invertire gli effetti della malattia”, concludono gli autori. “Il trattamento con curcumina ha indotto un reclutamento significativo di NRF2 nel nucleo, tuttavia l’effetto della curcumina non è stato sufficiente per abbassare lo stress ossidativo”.
La curcumina potrebbe esercitare un influsso positivo in accompagnamento alla terapia suggerita per il trattamento della SMA, ma ulteriori studi serviranno a fare luce sul suo impatto molecolare a livello dell’organismo. Nel frattempo, i pazienti possono consultare gli specialisti della nutrizione per discutere un’eventuale integrazione dei loro piani nutrizionali: la curcumina potrebbe avere un impatto benefico sulla qualità di vita ma è buona norma discutere col proprio medico di fiducia ogni eventuale aggiunta di un trattamento nutraceutico.