Totale incertezza sull'aggiornamento dei Lea. Il miglioramento rischia di essere rimandato al 2016

Le Regioni dovranno fare i conti con un taglio dei trasferimenti pari a circa 5,6 miliardi. Effetto del combinato disposto delle leggi di Stabilità votate durante i governi di Monti, Letta e Renzi. I governatori sono pronti a rinunciare a due miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale, scelta dovuta alle riduzioni decise a Roma. Questo il frutto dell'accordo raggiunto ieri in seno alla Conferenza Stato-Regioni, solo il Veneto ha annunciato di voler ricorrere alla Corte costituzionale.

 

Il sottosegretario agli Affari Regionali, Gianclaudio Bressa, ha parlato di “risultato positivo, dovuto al forte senso di responsabilità che le Regioni hanno mostrato”. In sostanza il Fondo sanitario nazionale, pari a 110 miliardi di euro per il 2014, doveva arrivare a 111,6 per il 2015, ma questo incremento non ci sarà. L'intesa sottoscritta prevede la costituzione di un tavolo di lavoro che entro il 31 marzo dovrà ripartire i tagli al sistema di sanità pubblica. Il documento impone che entro fine marzo, con una intesa da sancire in Conferenza Stato Regioni, vengano individuate le misure di razionalizzazione ed efficientamento del Servizio sanitario nazionale. Si procederà anche al rafforzamento dei sistemi di monitoraggio relativamente all'attuazione del regolamento sugli standard ospedalieri.

“Accettiamo un sacrificio pesante come è quello della rinuncia all'incremento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale, con l'auspicio, anzi l'impegno - ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino - a lavorare con il governo perché questo taglio si riferisca solo ed esclusivamente al 2015 e sia concordato con una specifica intesa in Stato-Regioni. Per un anno si può infatti accettare un onere di questo genere, ma tenendo conto della necessità di garantire nuovi farmaci salvavita e la definizione dei nuovo Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) la corda può essere tirata solo nella prospettiva di tornare a lavorare per garantire nel 2016 il livello di finanziamento previsto dal patto per la salute o comunque - ha concluso Chiamparino - di dimensioni quantitative che consentano di far fronte alle due esigenze che ho prospettato: il giusto allargamento dei Lea e l'ampliamento dei farmaci salvavita”.

Sostanzialmente non ci sono certezze in merito ad un prossimo aggiornamento e potenziamento dei Livelli essenziali di assistenza. Sembra molto difficile che entro la fine di marzo possano essere trovate le risorse per ampliare le prestazioni garantite indistintamente su tutto il territorio nazionale. Le aspettative dei malati rari e dei loro familiari rischiano di essere vanificate per “ragioni di cassa”. Tutto potrebbe essere rimandato al 2016.

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