PADOVA – Gli emofilici adulti sembrano presentare un’elevata incidenza di lievi disfunzioni cognitive, che tuttavia non sono correlate alla gravità della malattia. L’insufficienza nella performance cognitiva sembra infatti essere correlata alla presenza di microemorragie cerebrali, nonché ai fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Sono le conclusioni di un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, tra i quali il Dottor Ezio Zanon, il cui studio è stato pubblicato sul giornale Thrombosis Research.
Gli studi che forniscono informazioni sul profilo neurocognitivo dei pazienti adulti con emofilia A sono carenti. Per questo motivo l’équipe dell’Università di Padova ha intrapreso una ricerca con gli obiettivi di valutare il profilo neuropsicologico di un gruppo di pazienti emofilici, rilevare eventuali microemorragie cerebrali asintomatiche e verificare come diversi fattori possano determinare deficit cognitivi o risultati nella risonanza magnetica.
Fra il 2011 e il 2013, quarantanove emofilici adulti (fra i 19 e i 78 anni, età media 35 anni) senza pregressi di emorragia cerebrale sono stati esaminati nel Centro Emofilia di Padova: 31 di loro presentavano una malattia grave-moderata, 18 lieve. I pazienti sono stati sottoposti ad un test neuropsicologico per valutare le funzioni cognitive ed ottenere un profilo complessivo della performance, standardizzata per età, sesso e profilo culturale. In seguito è stata eseguita una risonanza magnetica del cervello per rilevare aree di atrofia cerebrale o lesioni emorragiche. Infine sono state raccolte informazioni sul trattamento anti-emorragico, sul profilo di rischio cardiovascolare e su eventuali infezioni virali o traumi alla nascita.
Il 73% dei pazienti ha presentato una riduzione della performance cognitiva globale. Secondo questo test, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra emofilia grave e lieve, anche se i punteggi tendevano ad essere peggiori nell’emofilia grave. Considerando i fattori di rischio, la performance cognitiva è dunque correlata in modo significativo con la malattia coronarica: i risultati della risonanza magnetica in 44 pazienti hanno indicato che le microemorragie cerebrali sono inversamente correlate alla performance cognitiva globale. Lo studio necessiterà di ulteriori approfondimenti a causa del limitato numero di pazienti valutati, ma ha tracciato la via per dimostrare che il deterioramento cognitivo è associato alle microemorragie cerebrali asintomatiche e alla presenza di fattori di rischio cardiovascolare.
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